Sarri, dispetto all’amico Pep: dieci anni fa sembrava impossibile
Nella stagione 2008-2009 Pep saliva sul tetto d’Europa con il Barca mentre Sarri veniva esonerato a Perugia. Poi una storia d’amore condita da frasi di stima e i primi duelli. Fino ad oggi, al trionfo del Sarrismo a Stamford Bridge
“Come si batte il Manchester City? Non lo so, contro Guardiola ho perso sempre. Forse dovreste chiederlo a qualcun altro” è con questa simpatica risposta che Maurizio Sarri sorride e presenta in conferenza il big match tra i Blues, in crisi dopo un avvio spumeggiante, e il Manchester City, capolista imbattuta in Premier e con appena 4 punti persi in 15 gare.
“Sarri sta facendo un lavoro eccellente, la gente non sa quanto sia difficile creare uno stile di gioco” la risposta di Pep Guardiola, che ringrazia il collega italiano, non tarda ad arrivare. Parole dolci e non nuove, messaggi di cordialità e di stima, in una love story che sembra non finire mai. Il gioco del Napoli di Sarri, infatti, aveva già incantato l’allenatore dei Citizens: “Mi piace vedere il Napoli, mi piace il suo tipo di calcio, mi piace la bellezza del suo spartito”, e sull’ex allenatore azzurro era più che certo “è un uomo che sta segnando un’epoca”.
Matita e carta, Sarri in azzurro disegna il calcio più bello d’Italia. Così, un segno profondo nel Napoli alla fine lo lascia, e pian piano ci prova anche in Inghilterra: con un pizzico di umiltà, che siano state di buon auspicio le sue parole alla vigilia della partita, arriva la prima sconfitta in campionato per il Manchester City, piegati a Stamford Bridge da Kantè e David Luiz. Sarri riprende in mano il suo Chelsea e riesce nella sua “prima volta” contro il collega spagnolo. Mini crisi scacciata, nessuna bandiera bianca sventolata in faccia alle prime due della classe che, fino a questo momento, stanno viaggiando velocissimo.
“Come vincere contro Guardiola? Beh, ci vuole un po’ di fortuna – ha commentato con tono umile Sarri nel post gara – le critiche dall’esterno non ci hanno minimante toccati”. Quindi a Londra è definitivamente arrivato il Sarri-ball? “Hanno visto degli sprazzi, come nella partita di oggi. Ci sono state delle uscite tipiche del mio Napoli”. Perchè il passato non si dimentica mai.
I due arrivano ad affrontarsi, uno contro l’altro, studiandosi a vicenda dalle panchine dei rispettivi club, dopo aver percorso strade tanto diverse quanto simili: uno stava al Barça, l’altro ancora in banca, eppure entrambi già studiavano da allenatore. Pep però in uno dei club più importanti al mondo, mentre Sarri, quarantenne era un impiegato della Montepaschi e pensava di lasciare il lavoro per inseguire la sua vera passione. Di categorie ne ha scalate, una trafila iniziata in provincia tra Promozione ed Eccellenza, lavorando in banca di mattina e aspettando le 17 per andare ad allenare.
È solo questione di tempo, le loro strade sono destinate a incrociarsi, ed eccoli in Manchester City-Napoli, uno scontro tra i due maggiori cervelli pensanti del calcio europeo e forse il più interessante a livello tattico. Il Napoli pratica quel gioco di posizione impostato da Sarri, “inventato” da Cruijff e poi perfezionato proprio da Guardiola, che alla sua squadra però richiede un possesso palla decisamente più pericoloso.
Eppure otto anni prima, mentre l’allenatore spagnolo alzava la Champions League e Sarri veniva esonerato dal Perugia, nessuno lo avrebbe mai immaginato. Fantasia, rivoluzione e sperimentazione dei moduli. Il Filosofo e il Maestro si sono ritrovati ancora e questa volta in Premier League, per regalare puro spettacolo sia sul campo che in panchina…
Di Rebecca Zichella