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Santon: “Dura smettere. Mourinho mi voleva in rosa, ma la Roma ha deciso diversamente”

Le parole di Davide Santon dopo la sua decisione di ritirarsi dal calcio giocato

Davide Santon ha parlato ai microfoni de Il Messaggero. L’ormai ex terzino è tornato sulla sua decisione di dire addio al calcio giocato a soli 31 anni per i continui problemi fisici. 

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Santon: “Avevo offerte, ma ormai non mi divertivo più”

Santon ha raccontato così l’ultimo anno da calciatore alla Roma in cui ha deciso di dire basta: “Ho vissuto l’ultima stagione alla Roma da fuori rosa. Ho avuto molto tempo per pensarci, ma è stata comunque dura. Alla fine ci siamo visti con la Roma e abbiamo deciso di chiudere il nostro rapporto. Avrei ancora potuto strappare qualche contratto a presenza, ma ormai non mi divertivo più e così ho smesso. Offerte? Le proposte non sono mai mancate. Fulham, Fiorentina, Sampdoria, un paio di club in Spagna, in Turchia e io non ho mai detto di no. Il problema erano le visite mediche. Ho detto a Tiago Pinto: <<Non è che non voglio andare, ma se vado mi rimandano indietro>>”. 

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“Mourinho mi voleva in rosa, ma la Roma ha deciso diversamente”

L’ormai ex terzino è poi tornato sull’evoluzione del suo rapporto con Mourinho, dall’Inter del triplate alla Roma dello scorso anno: Mi è stato molto vicino, soprattutto all’inizio. Veniva spesso a vedere i miei allenamenti quando ero fuori rosa. Gli ho detto che avrei potuto dargli una mano in campo, ma non potevo garantire un minutaggio stabile. Non penso sia stato lui a decidere di mettermi fuori rosa, ma la società. Anche Pellegrini si è speso molto per farmi reintegrare. Dopo una stagione fermo non mi sono più ripreso. Mourinho non è cambiato dai tempi dell’Inter, mi chiamava il bambino. Ha la stessa passione ed è contento di essere alla Roma”. 

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Santon ha infine svelato un aneddoto sull’allenatore portoghese: “Con l’Inter mi lancia in Champions ad Old Trafford contro lo United in marcatura su Ronaldo. La partita finisce 0-0 e gioco un’ottima partita, esaltata dai giornali. Il giorno dopo Mourinho mi dice: <<Davide, lo sai che ieri hai giocato male? Ti ricordi cosa ti avevo chiesto o no?>>. Serissimo. Io inizio a pensare, a provare a ricordarmi e abbozzo un timido: <<Mister ma come?>>. Lui, fa finta di arrabbiarsi, <<Mister cosa? Non hai fatto la gara che dovevi fare>>. Rimane a parlottare con i miei compagni, poi mentre sta andando via mi guarda. Vedo che prima abbozza un sorriso, poi inizia a ridere come non lo avevo mai visto fare. Lui è fatto così. Sembra sempre serio ma sa scherzare come pochi”.