Sampdoria, Muriel: “Questo è il mio anno. Sono stanco di sentirmi dire ‘sei forte, ma…’ “
A vent’anni Luis Muriel era considerato uno dei talenti più promettenti del mondo, tanto da spingere club come Barcellona, Bayern Monaco e Psg a offrire fino a 25 milioni di euro pur di averlo. Le eccessive attenzioni hanno avuto forse un effetto contrario sul giovane attaccante colombiano, che dal 2013 non ha più mantenuto le promesse. Anche dopo il passaggio alla Sampdoria, nel gennaio 2015, Luis non è riuscito a tornare ai livelli Lecce e del primo anno di Udinese, ma questa stagione sembra quella giusta:
“Ora mi sento più pronto mentalmente” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “Sono convinto che stavolta quando arriveranno le difficoltà non perderò convinzione e sicurezza. Stavolta sarà diverso. Sono cresciuto molto, come persona, mi sento più maturo. Il tipo di lavoro che facciamo quest’anno e, soprattutto, il modo in cui lo affronto, è diverso. È questo che mi regala la sicurezza. Coppa America e Olimpiadi? Sono state botte dure. La verità è che è tutta colpa mia. Pekerman mi ha chiamato, mi ha detto: ti volevo portare, ma tu stesso sai che non è il momento migliore per te. Questo mi ha fatto pensare tanto e non voglio che accada mai più. Sono stanco di sentirmi dire: sei forte ma… ora voglio cancellare tutto e far parlare di me in un modo diverso. Bacca? Per me ha sempre parole importanti, mi ha detto che devo lavorare tanto sul campo, perché lui mi vuole vedere in una grande squadra. Lo ringrazio ancora per questi consigli”.
Le parole magiche di Osti e Ferrero hanno motivato a dovere il numero 9 blucerchiato: “Prima di partire per le vacanze i dirigenti mi hanno detto che continuavano a credere in me, che avrebbero costruito la squadra per esaltare le mie caratteristiche. Quelle parole mi regalano stimoli nuovi ogni volta che ci penso. Il presidente continua a fare tanto per me anche se le cose fino ad ora non sono andate come volevamo. Io non voglio più ringraziarlo con le parole, voglio farlo sul campo. Giampaolo? Mi ha fatto sentire la sua fiducia, so che se sbaglio una giocata non succede nulla e avrò l’opportunità per riprovarci. Con altri allenatori entravo in campo con la fissa: devo far bene se no non gioco più. E perdevo sicurezza”.
Giampaolo e i tifosi gli altri segreti: “Ora mi vengono naturali anche cose che in passato mi sarebbero pesate tanto. Grazie a Giampaolo qui si respira un’aria diversa, ci sentiamo più squadra. Faccio l’esempio di Quagliarella, sempre pronto a rinunciare ad un tiro per regalarmi un assist, se sono in posizione migliore. Grazie a questo sono arrivate le mie prodezze e quel coro, dai tifosi, che non mi aspettavo, ma che adesso voglio meritarmi spesso”.