Da ‘sconosciuto’ a punto fermo di Giampaolo: Samp, tutti pazzi per Andersen
Un’incognita fino a pochi mesi fa, il difensore classe ’96 sta conquistando la tifoseria blucerchiata (e non solo) a suon di prestazioni. La Serie A, Giampaolo e una velocità di apprendimento non comune: ecco il mix che ha scatenato Andersen
Aprile 2018, vigilia di Atalanta-Sampdoria. “A Bergamo Silvestre riposa, giocherà Andersen”, rivela Marco Giampaolo. “Andersen chi? Ma non era lo scrittore della Sirenetta?”, avrà reagito buona parte dei tifosi della Samp.
Dopo il debutto da titolare a Bergamo, Joachim Andersen ci ha messo meno di sei mesi per prendersi la Serie A. Altre cinque presenze nel finale di campionato per farsi le ossa, poi via nella mischia. In estate la retroguardia blucerchiata era un’incognita: partiti Silvestre, Ferrari e Viviano, rimaneva solo il giovane danese. È pronto, dice Giampaolo. Il mercato porta in dote Tonelli e Colley, ma le chiavi della difesa vengono subito affidate a lui. Che cresce, partita dopo partita. 6,44 la sua media voto dopo otto giornate secondo ‘La Gazzetta dello Sport’: tra i centrali solo Chiellini ha fatto meglio.
Il simbolo della difesa meno battuta del campionato (solo 4 le reti subite finora), record che la Samp non deteneva nemmeno nell’anno dello scudetto, non può che essere questo ragazzone venuto dal nord. Perché Andersen non è uno di quelli che ti promette prima, ma ti sorprende poi.
La Sampdoria sapeva che Joachim avrebbe avuto bisogno di un po’ di tempo per adattarsi, anche per quel che riguarda la lingua e la vita in Italia. In questo senso, il lavoro svolto dietro le quinte da Giampaolo e il suo staff nell’ultimo anno è stato fondamentale. Andersen è stato prelevato dal Twente in Eredivisie sul finire dell’estate 2017, al termine di una trattativa da 1,4 milioni di cui tutte le parti in causa avevano intuito le prospettive. La società sbloccò l’affare solo negli ultimi giorni di mercato perché doveva liberare un posto in rosa, ma era da mesi che Riccardo Pecini (all’epoca capo osservatore dei blucerchiati) aveva messo gli occhi addosso al giocatore. A lui era piaciuto e ad Andersen piaceva la struttura Samp, per il modo in cui sa valorizzare i giovani. Anche il Twente, che in quel momento non versava in buone acque, aveva bisogno di vendere. È stato davvero un win-win.
Un’operazione liscia. Ma con un inatteso uomo chiave. Perché gli agenti del ragazzo, che sono anche quelli di Niklas Moisander, hanno ottimi rapporti con la Sampdoria da quando hanno portato il finlandese in blucerchiato nel 2015. La scorsa estate la società cercava un profilo simile ma più giovane: Andersen era un candidato perfetto. E dall’altro lato lo stesso Moisander (che pure, nell’estate 2016, fece appena in tempo a conoscere Giampaolo prima di trasferirsi al Werder Brema) aveva assicurato ai procuratori quanto sia bravo l’allenatore a lavorare con i ragazzi, soprattutto in difesa. Già, chiedetelo a Skriniar.
Il paragone con il centralone dell’Inter esploso in casa Samp è immediato, eppure ad Andersen non dice granché. È un ragazzo che pensa a se stesso, molto attento a migliorarsi e ad ascoltare chi gli sta attorno. Agli inizi in Olanda era un po’ discontinuo ma già si intuiva il suo potenziale: ora il calcio italiano lo sta aiutando tantissimo, sempre il top quando si tratta di far crescere un difensore. Quello che di lui colpisce di più è la velocità di imparare, senza creare aspettative sul suo conto.
Se ne stanno accorgendo un po’ tutti, con le sirene di mercato che squillano sempre più forte. Andersen però al momento sta bene dov’è: gioca titolare in Serie A, in una squadra che lotta per l’Europa, dalle grandi potenzialità e con un ottimo allenatore. Un anno fa la tifoseria blucerchiata a stento lo conosceva e ora canta per lui. Nessuna fretta dunque: già così sembra di raccontare la fiaba del brutto anatroccolo che diventa cigno. Ah già, non era di Andersen anche quella?