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Saluta il Mondiale e pulisce lo spogliatoio: l’esempio del Giappone

Pulire uno spogliatoio è semplice, ordinario, un gesto che passerebbe inosservato se non fosse che a compierlo siano stati gli stessi giocatori e membri dello staff tecnico del Giappone i quali ne avevano usufruito poco prima. Infatti al termine del dramma sportivo consumatosi a Rostov con la rimonta dei diavoli rossi del Belgio che hanno infranto i sogni di quarti di finali della nazionale nipponica, i giapponesi sono rientrati negli spogliatoi asciugandosi le lacrime e rimboccandosi le maniche. Risultato? Uno spogliatoio completamente pulito e splendente, con un cartello al centro con una scritta in russo che recita “Grazie”. Niente nastri, cerotti, bottiglie vuote e sporcizia in giro. Soltnto un grazie per l’ospitalità e un grande senso civico. Grazie a voi, verrebbe da dire.

Il Giappone oltre ad averci regalato un grande spettacolo in campo, ha mostrato anche rispetto, umiltà e fair play con i fatti e non soltanto a parole. Con quelle, siamo buoni tutti. Gesti come questo sono rari da trovare nel calcio, specialmente ad alto livello. Anche i tifosi giapponesi si sono distinti per grande senso civico, fermandosi dopo la partita terminata nel peggiore dei modi armati di sacchi di spazzatura per aiutare gli addetti a ripulire gli spalti tirando su lattine vuote e cartacce. Chapeau.

Di Riccardo Despali