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Sala: “Belotti? Spero che da ora in poi indossi sempre la fascia: Andrea è un vero toro”

Belotti VS Messi, duello da Scarpa D’oro: chi se lo sarebbe aspettato a inizio stagione? L’attaccante di Calcinate è arrivato alla media di quasi un gol a partita, 22 in 24 match disputati. Numeri che hanno impressionato anche il poeta del gol, l’ex granata Claudio Sala:

“L’ho visto nell’antistadio, lì, in mezzo ai parenti e ai tifosi, e mi è venuto naturale avvicinarmi a lui” – si legge nelle pagine di TuttosportHo sentito il desiderio di fargli i complimenti. E non solo per la tripletta. Belotti sta sfruttando benissimo anche i movimenti e gli assist di Iago e Ljajic. Gli spunti dei due esterni sono fondamentali per lui. Anche se, rispetto a me, lo spagnolo e il serbo cercano molto più spesso il gol. Finalmente il Toro ha un attacco forte e gioca in modo offensivo. Belotti è il centravanti perfetto per un modulo perfetto per lui. E Ljajic, su palla inattiva, disegna per Andrea traiettorie che sono arabeschi nell’aria. Si è visto anche col Palermo. Mi sarebbe piaciuto lanciarlo, perché Belotti è un giocatore che detta il passaggio filtrante, vede prima degli altri lo sviluppo di un’azione, apre spazi”.

Fascia da capitano strameritata: “Indipendentemente dai gol. Combatte con una ferocia inaudita, non si dà mai per vinto. Il tifoso, oggi, non può sognare lo scudetto, ma di avere una squadra con gli attributi sì. E Belotti è un toro all’ennesima potenza. Se Benassi non si offende, ci sta che d’ora in poi la indossi Belotti. Le gerarchie possono pure cambiare. A me, per esempio, Radice la diede anche se non ero il più anziano di Toro. La fascia di capitano ti trasmette qualcosa di speciale, è matematico. E ve lo dice uno che l’ha ereditata da un monumento come Ferrini. Ti senti totalmente responsabilizzato, ti regala una voglia pazzesca di trascinare i compagni. Non vuoi davvero mai perdere. Io sono migliorato molto, caratterialmente, con la fascia al braccio”.

Parole al miele per il Gallo: “Bisogna fargli i complimenti. E pure al Toro che lo ha voluto, preso e valorizzato. Un’esplosione incredibile. Non sarà una meteora. Ha troppe doti. Tecniche, fisiche. Caratteriali. Potrà essere il centravanti ideale dell’Italia anche per 10 anni. Belotti assomiglia decisamente più a Graziani, che a Pulici. Per come combatte a tutto campo, per la generosità, per lo stile di gioco, per come apre spazi e manda in gol i compagni, per il fiuto sotto porta. Pupi invece era Pupi: il ciclone degli eventi speciali. Belotti mi pare un ragazzo proprio a modo, umile, educato. Non si rovini. Non perda mai quella voglia pazzesca che ha, e che lo ha fatto arrivare in vetta all’Italia e in lotta con Messi per la Scarpa d’Oro. Pazzesco, sì. Cerchi di migliorarsi sempre. Può bastare un attimo per perdersi”.

Per quanto i granata saranno in grado di trattenere Belotti? “Ho il Toro nell’anima. Auguro a Belotti di innamorarsi perdutamente del Toro. E’ questa la strada del cuore. Il mio mi fa dire: Andrea, resta, anche se un top-club d’Europa ti offrisse la Luna e volesse pagare quei 100 milioni. Nell’anno che porterà ai Mondiali, può essere meglio per lui rimanere in granata, in un ambiente ideale, da re. All’estero potrebbe incontrare problemi di ambientamento… Toccherà a Belotti decidere, nel caso: ascoltando il suo, di cuore. Intanto mi auguro che Cairo lo faccia sentire sempre più importante, al centro di un grande progetto di crescita, così da invogliarlo a restare il più a lungo possibile”.