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Sacchi: “Giovani? Il futuro sono le Accademy: Real e Barcellona investono 60 milioni di euro l’anno”

Arrigo Sacchi e il flashback. L’Italia Under 20 è anche una sua creatura, frutto del lavoro svolto per anni come Coordinatore tecnico delle Nazionali giovanili. Ieri, dopo il gol del pareggio, ha spento la tv e alla memoria è tornata la gara con la Norvegia di Usa ’94:

“Lo ammetto: non ho resistito” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “Troppa tensione, troppa sofferenza. Sul 2-­2 al 90’, ho inserito la funzione del registratore nella tv e sono andato in spiaggia. Ho fatto un bel bagno, mi sono rilassato e, quando sono rientrato in casa, questi meravigliosi ragazzini mi hanno dato una gioia incredibile. Semifinale! Un’impresa eroica. Davvero fantastici. Mi ha impressionato la voglia di attaccare, anche quando sono rimasti in dieci contro undici. Non hanno mai smesso di provarci, in ogni momento hanno cercato di mettere in difficoltà gli avversari. Mentalità vincente, e per questo va elogiato Chicco Evani, l’allenatore, e Maurizio Viscidi, il coordinatore delle nazionali giovanili. Sono loro a trasmettere questa idea di calcio”.

Tanti i complimenti a Evani per una decisione coraggiosa: “Non ha cambiato nulla, si è messo con tre difensori contro tre attaccanti. Sistema puro. Un rischio che è stato premiato. Bravissimo. E poi avete visto come siamo padroni del gioco, quando abbiamo il pallone? Non lo buttiamo via, cerchiamo sempre di costruire, attiriamo l’avversario in una zona e poi, con un lancio di quaranta metri, andiamo a pescare il compagno dall’altra parte. Tattica perfetta. Poco pressing? Va allenato, dev’essere fatto con tutta la squadra. In Nazionale non c’è tempo. Evani ha scelto di non farlo, ed è stato ben consigliato da Viscidi. E ha deciso di puntare sulle qualità tecniche”.

Le Accademy il futuro: “Non è questione di forza o di debolezza. L’importante è dare ai giovani la possibilità di lavorare. Per questo continuo a sostenere la necessità di creare le Academy: le squadre devono consegnare i ragazzi alle nazionali, lasciarli ad allenarsi dal lunedì al giovedì e poi riprenderli al venerdì in vista della partita. È un metodo che funziona in tutta Europa: lo applicano in Germania, in Francia, in Inghilterra, in Svizzera, in Austria, in Belgio, in Olanda. E di sicuro mi sono dimenticato qualche nazione… Solo in Italia siamo indietro. Possibile che non si capisca che i giovani vanno fatti crescere in un certo modo, con allenamenti specifici e dando loro la possibilità di confrontarsi con i pari età degli altri Paesi?”.

Il suggerimento: “Il Real Madrid e il Barcellona investono circa sessanta milioni a testa nei vivai. E noi? Cifre che, al confronto, sono ridicole. Logico che poi i calciatori spagnoli siano più bravi, più forti, con maggiori conoscenze. Bisogna soltanto augurarsi che questo percorso dell’Under 20 apra gli occhi a chi finora li ha voluti tenere chiusi”. Elogi per Evani: “Evani è un ragazzo intelligente, che non si accontenta mai e, soprattutto, che ha una cultura del calcio offensivo. Contro lo Zambia si è vista: l’Italia non si è limitata a difendere. È andata sotto, ha reagito, ha pareggiato e poi ha avuto la forza per segnare il gol della vittoria. In circostanze simili una squadra italiana si sarebbe messa là dietro ad aspettare. L’importante è che questi ragazzini, adesso, non pensino di essere già arrivati e non si montino la testa. Cerchiamo di proteggerli, senza asfissiarli e senza pretendere troppo”.