Romanzo Sudamericano – Argentina e Córdoba: tra coincidenze e ricorrenze, inseguendo un sogno Mundial
Córdoba, 1999. Stadio Mario Kempes. Gabriel Omar Batistuta entra nella storia, con il suo cinquantesimo gol con la Selección nella sfida contro la Colombia.
Córdoba, 2016. Stadio Mario Kempes. Lionel Messi entra nella storia, diventando il secondo calciatore di sempre a segnare cinquanta gol con la Selección nella sfida contro la Bolivia.
Il calcio è fatto di analogie e storie come queste, ma l’ultima serata di qualificazioni a Russia 2018 per l’Argentina ha avuto più di un motivo di emozione, sorriso e ricordo.
Il Pipita Higuaín, per esempio, oltre a ritrovarsi titolare nella città del suo rivale più importante di questa stagione, Dybala, ha servito l’assist per il gol del vantaggio Albiceleste in un luogo che la sua famiglia ricorda con dolore. A Córdoba, seppur in un altro stadio, la carriera dello zio Claudio Zacarías venne troncata da un attentato dei tifosi dell’Instituto allo spogliatoio del San Lorenzo. Una bomba carta infranse una vetrata facendo schizzare schegge potenzialmente mortali ovunque e ferendo gravemente proprio Zacarías, che rischiò l’amputazione di un braccio. La scampò, ma non tornò mai più a giocare ad alti livelli.
Córdoba è la città che ha segnato il destino del River proiettandolo verso la pagina più dura del club, la macchia indelebile della retrocessione, subita per mano del Belgrano. Ma il gol di Mercado, soprannominato adesso SuperMercado, perché capace di segnarne due di fila con la Selección in pochi giorni, probabilmente lenirà il dolore dei tifosi Millonarios che si godono il loro amato terzino destro.
La sfida contro la Bolivia nella città di cui è originario, Córdoba, quasi certamente sarà stata l’ultima di Demichelis con la nazionale. Proprio il giorno prima che scoppiasse lo scandalo legato alla violazione del codice scommesse, proprio contro la squadra a cui regalò un insperato pareggio al Monumental nelle qualificazioni a Brasile 2014 con un suo incredibile errore, venendo fischiato per tutto il resto della partita dal “suo” stadio, lui che da sempre è stato tifoso del River, dove ha debuttato da professionista.
E che importa del fatto che ci fosse un’ampia zolla marrone nei pressi dell’area di rigore nella quale l’Argentina ha segnato i suoi due gol. Una zolla non figlia di una cattiva manutenzione del prato, ma della decisione degli organizzatori del concerto degli Iron Maiden di qualche tempo prima della partita della Selección di scaricarci i liquami di un bagno chimico, con l’effetto di bruciare l’erba e produrre un odore insopportabile.
D’altronde, come si dice, “pestarla” porta bene, e le reti hanno confermato questa scaramanzia. Da Córdoba, la Docta, la città universitaria Argentina per eccellenza, e da una serie di coincidenze particolari, l’Argentina parte per la sua caccia al titolo della nazionale maggiore che manca da oltre vent’anni e che gente come Messi e Mascherano non può non conquistare.
Rosario Triolo
@triolor