Roma, Mourinho: “Cartellino rosso giusto, ma non parlerò dell’arbitraggio. Dybala decisivo”
Le parole dell’allenatore della Roma Josè Mourinho al termine del match contro il Torino
Al termine della partita contro il Torino, l’allenatore della Roma Josè Mourinho è intervenuto ai microfoni di Dazn.
Roma, le parole di Mourinho
L’allenatore giallorosso ha iniziato parlando della direzione di gara: “L’espulsione è giusta, le mie parole all’arbitro meritano il cartellino rosso. Mi sono scusato per le mie parole, però non voglio parlare di come ha arbitrato. Ho avuto l’umiltà di scusarmi, ma non voglio parlare di come ha arbitrato la partita”.
Sulla partita: “Oggi ci sono state due partite. Una prima del 70′ e una dopo. Nella prima i tifosi volevano andare a casa, dispiaciuti per la prestazione. Negli ultimi 20 minuti abbiamo creato di più di quello che abbiamo fatto nelle ultime 4 o 5 partite. Perchè? In una squadra come la nostra l’assenza di Dybala pesa. Alcuni giocatori sono in un momento di forma bassissimo. La pausa servirà loro per fare autocritica e capire i loro errori. Gli ultimi 20 minuti li ho definiti ii minuti della speranza’. La speranza di avere Dybala e Pellegrini al meglio, di lanciare un giocatore come Tahirovic. Complimenti a lui, ha fatto un grande esordio”.
“Mentalità? La fanno i giocatori – ha continuato. Si parla tanto del club e della tifoseria, ma per me no. Dipende tutto dalla mentalità dei giocatori”.
Chiosa finale sul rigorista: “Non era Belotti, ma non dico oltre. Si può sbagliare, non è un problema. Il problema è avere la fragilità mentalità e psicologica che ti porta a non poter dare tutto quello che potresti. Belotti ha avuto il coraggio di tirare il rigore e sbagliarlo. Lo apprezzo”.
Mourinho in conferenza stampa
“Roma Dybala-dipendente? In questo momento che lui è recuperato non sono più preoccupato. Ho la speranza che possa tornare bene per il secondo periodo della stagione. Questi ultimi 20 minuti sono 20 minuti non di sorpresa ma di speranza. Perché Tahirovic (QUI LA SUA STORIA) sarà un grande giocatore, per una squadra come la Roma avere la possibilità di avere un grande giocatore nel futuro. Non smetterò mai di dare opportunità di questo tipo finché sono qui. E’ una speranza per me, è un giocatore in più e con il tempo andrà a ‘mangiare’ chi ha ora un’altra stabilità.
Paulo? Venti minuti con lui abbiamo avuto più emozione nello stadio, più palle gol, tutto. Sono 6 partite di campionato consecutive senza di lui. E’ tanto per lui. E due partite senza di lui e Pellegrini. Una cosa assurda per noi. Per questo esco con speranza e contento per l’atteggiamento dei giocatori negli ultimi minuti. Abbiamo i nostri limiti ma sono positivo per questa ‘finestra” di speranza che ho visto.
Fischi per Abraham? Magari sono un po’ all’antica ma penso che quando diventi un giocatore professionista in un universo di milioni di bambini che volevano esserlo, non hai bisogno dell’appoggio di nessuno. Né di una fonte esterna a te stesso per motivarti. Manca appoggio psicologico? Corri, amico. Ci sono milioni di bambini al mondo che vogliono arrivare e arrivano in pochi. Non è l’allenatore, lo psicologo che fa cambiare la mentalità di un giocatore. Volpato ha giocato male ma è colpa mia, altri giocatori invece devono avere un livello alto di performance. Sbagliare è parte dell’uomo e del giocatore ma l’atteggiamento è un’altra cosa. Karsdorp in Olanda? Decisione mia, solo mia ovviamente. E non devo spiegare tutte le decisioni che prendo. Lui sa perché, i compagni anche. E io non devo dire a voi il motivo”.