Questo sito contribuisce all'audience di

Roger Federer, anno zero. I campioni che da sfavoriti scrivono la storia

“Everyone loves an underdog”: ognuno ama uno “sfavorito”. Questa la dedica della Nike a King Roger dopo la vittoria degli Australian Open. Uno sfavorito che oggi ha scritto una pagina dello sport e rinnovato la gloria della sua carriera. Ha sconfitto l’eterno rivale Rafa Nadal, in una finale in cui questi due fenomeni, forse all’ultima occasione di aggiudicarsi un trofeo importante, hanno dato tutto. Classe e potenza, i tocchi dei campioni e la tenuta fisica di chi la racchetta la impugna da poco, in aggiunta alla strategia di due tennisti (e amici) che si conoscono e affrontano da anni. Si chiude il quinto set, punto deciso dal falco e lo svizzero raggiunge, tra le lacrime, il diciottesimo titolo dello Slam, dopo cinque anni dal successo di Wimbledon.

Ma prima del torneo, nessuno lo quotava come finalista sulla Rod Laver Arena. Underdog. È stato fermo 6 mesi per infortunio, è diciassettesimo nel ranking ATP e, soprattutto, compirà 36 anni ad agosto. In più, ci sono le teste di serie. E invece, eliminati a sorpresa Murray e Djokovic, sgretolati Berdych, Nishikori e il connazionale Wawrinka, a Federer restava “solo” il maiorchino, avversario di sempre. Ma si sa che qualche volta, i campioni veri, le pagine più belle della storia, le hanno scritte a fine carriera. Non c’è da stupirsi quindi se oggi, tre pilastri come Paolo Maldini, Javier Zanetti e Frank Lampard, che hanno vinto l’ultima Champions League all’età di 39, 37 e 34 anni, hanno voluto rendere omaggio proprio a Roger Federer. Immagini del Re di Basilea e dediche di stima: “My sports hero” sul profilo Instagram dell’ex capitano rossonero, “Sei eterno” su quello del vicepresidente nerazzurro e “The greatest sportsman of the modern era” dai social network dell’ex colonna dei Blues. Del resto, vedere King Roger commuoversi con l’ennesimo trofeo tra le mani potrebbe aver evocato il ricordo delle loro braccia che alzano la coppa più importante.

Ammirazione, profondo rispetto e la consapevolezza di far parte di quella schiera di campioni che, noncuranti del tempo che scorre, hanno creato un mito. Se dobbiamo scegliere un sentimento per questi Underdog, sarà sicuramente l’amore.