Rizzoli: “Braccio di Locatelli largo, giusto il rigore. Mandzukic-Romagnoli? Nessuna violenza”
Il designatore ha parlato degli episodi controversi dell’ultima giornata di campionato
Giornata importante in Lega, dove si sono riuniti nella mattinata di oggi gli arbitri e i rappresentanti delle squadre di Serie A per discutere di VAR (QUI LA GALLERY) Tanti gli argomenti trattati, così come non sono mancati i confronti tra i dirigenti e il designatore Rizzoli, intervenuto poi ai microfoni dei media presenti per chiarire alcune situazioni controverse. "Ci vuole più professionalità e non intendo solo le capacità degli arbitri e dei VAR, serve un utilizzo di personale più professionalizzato. In questa riunione non abbiamo parlato della trentunesima giornata" le parole di Rizzoli. "Stop per Fabbri e Abisso? Preferisco parlare di gestione della squadra, sicuramente le persone che io metto in campo devono essere in forma e nelle condizioni di fare del proprio meglio. Dunque è solo una questione di gestione delle risorse".
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Il discorso poi si è spostato sul rigore concesso alla Lazio nel match con il Sassuolo: "E’ un episodio molto particolare, che deriva da un’interpretazione a livello internazionale. In base a questa interpretazione, il difensore da un punto di vista della dinamica ha l’intenzione di creare ostacolo con il corpo, con un braccio estremamente largo. Dunque questi sono fattori che propendono per la punibilità ed è un indirizzo molto chiaro a livello internazionale. Poco conta il fatto che abbia sbattuto su un’altra parte del corpo, se quella parte del corpo non fosse andata per giocare il pallone. Se fosse andato per cercare il pallone con il piede e, dopo aver toccato il pallone con il piede, la palla avesse sbattuto sulla mano sarebbe stato diverso. In questo caso paga il braccio molto largo e l’indirizzo è molto chiaro".
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Sull'episodio Mandzukic-Romagnoli: "Il VAR può intervenire quando c'è violenza, fosse stato ritenuto necessario ci sarebbe stata l'interruzione del gioco e il cartellino rosso".
Sul fallo di mano in generale: "E' il più complesso, ci deve essere distinzione tra intenzione e volontarietà per differire da quello che è l'atteggiamento del difensore. Se parliamo di intenzione le cose sono due: quando il difensore marca allora si tende a non punire, mentre se un difendente ha l'intento di impattare la palla col corpo allora di tenterà a punire. Il braccio largo? Nel regolamento c'è scritto che non si deve aumentare il volume del corpo".
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Infine, Rizzoli si è soffermato su Fabbri e Abisso: "Quando l'errore è evidente l'arbitro fa esperienza e può migliorare imparando dai propri sbagli. Fabbri poco sereno? Non penso proprio, deve crescere ma ha grandi potenzialità. L'esperienza è fondamentale e la si fa passando anche attraverso gli errori. Anche io sono diventato più sicuro sbagliando, in questo modo si acquisisce maturità".
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