“Sono ripartito da zero”. Aladje Gomes, dal mondiale Under 20 con Joao Mario ai gol per il Ponsacco
Un tempo segnava gol pesanti per l’Under 20 del Portogallo, anche grazie agli assist di Joao Mario, adesso Alberto Aladje-Gomes è il “gioiello” del Ponsacco. E’ ripartito dalla serie D il bomber guineano-portoghese, con l’umiltà e la determinazione giuste: 11 gol al momento in campionato. Nel 2013 il suo obiettivo era il Mondiale di categoria, oggi la salvezza con i toscani nel girone I. Alberto, come mai questa scelta? “Perché volevo ripartire. Questa estate, dopo la fine del rapporto con il Sassuolo, il Ponsacco mi ha dato questa grande opportunità e ho accettato volentieri. Qui in Toscana mi sono trovato subito a mio agio, ho trovato il posto ideale per riprendere il discorso interrotto nel 2013. A un certo punto si deve guardare avanti in modo positivo. Ho scelto la serie D perché mi dava la possibilità di giocare con regolarità, ciò di cui avevo bisogno”.
Il Sassuolo gli fece firmare un contratto di quattro anni, dopo l’ottimo mondiale Under 20, concluso con tre reti. Il primo club italiano a credere in Alberto fu però il Padova, che lo prelevò dalle giovanili dell’Academia Vitalaise, club della Guinea-Bissau. “E‘ nato tutto lì, ho sempre avuto una grandissima passione per questo sport. Quando ero in Africa cominciai a dare i primi calci da piccolissimo e costrinsi i miei genitori a iscrivermi alla scuola calcio. Circolavo con il pallone sotto il braccio, anche se non ho mai trascurato lo studio. Però appena potevo bastavano due mattoni, uno spiazzo e tre o quattro amici: poi era difficile portarmi a casa. Idolo? E’ sempre stato Ibrahimovic, come struttura fisica ci assomigliamo molto”.
Potenza e fisico d’altronde non gli mancano… Cosa ricordi del Mondiale del 2013? “Tutto, anche se ormai sono passati quattro anni. E’ stata una pagina bellissima della mia storia. Puoi capire che emozioni ho provato a disputare un torneo del genere. Avevamo gli occhi di tutto il mondo addosso, abbiamo sfidato grandi campioni e ho condiviso l’esperienza con compagni fortissimi: indimenticabile. Chi ha fatto più strada? Joao Mario, Andre Gomes, Bernardo Silva solo per citartene alcuni. Joao aveva già qualcosa di speciale, si capiva che sarebbe arrivato: è diventato addirittura campione d’Europa. Complimenti a lui”.
Nelle ultime stagioni hai mai pensato di smettere? “No, però deve ammettere che non sono state facili per me. Sono stato poco fortunato e ci ho messo anche del mio perché ho giocato male. Un periodo complicato. Ma ho mantenuto sempre un equilibrio. Sono un ragazzo tranquillo, che non vive di eccessi. Mi piace l’intimità di casa mia, è lì che mi ricarico e trovo nuovi stimoli. Poi ci hanno pensato compagni e amici. In Italia sto bene e ho un ottimo rapporto con tutti. Affidarmi alla scaramanzia? Ma no (ride). Non esiste, la sola cosa che può farti giocare meglio è l’impegno e la concentrazione giusta”.
Cosa ti aspetti dal futuro? “Adesso spero di finire bene questo campionato e di fare ancora tanti gol, poi vedremo il da farsi. Il mio sogno è quello di scalare nuovamente le categorie e di ritagliarmi di nuovo il mio spazio nel calcio che conta”. Il primo gradino è già alle spalle.