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Riecco il Matusa, il Frosinone primo, gli infortuni alle spalle: il sabato da sogno di Terranova

Aveva detto addio al Matusa il 7 maggio del 2011 Emanuele Terranova. Era finita con un poker del suo Frosinone al Vicenza, utile solo per alimentare delle speranze di salvezza, poi sfumate con la retrocessione in Lega Pro: un addio con gol. E che gol. Potremmo dire proprio alla Terranova: una sventola sotto il sette.

Quasi sei anni dopo il cerchio si è però chiuso perfettamente: il ritorno al Frosinone sul gong dell’ultima sessione di mercato e oggi l’esordio da titolare con gol al Carpi. Nella stessa erba gialloazzurra lasciata e ritrovata intatta sei anni dopo. Stavolta niente piede destro, ma di testa. Non proprio la specialità della casa, ma quella stessa testa che ha dovuto allenare tanto per sopportare la serie durissima di infortuni degli anni di Sassuolo. Una Serie A conquistata sul campo da protagonista (11 reti nella stagione 2012/13) ma mai goduta in pieno come avrebbe voluto. Un primo terribile stop a settembre del primo anno in Serie A, un altro di quattro mesi verso la metà della stagione successiva. Il ritorno in campo la stagione scorsa, ma altri due infortuni. Gli ennesimi, che gli fanno saltare ben 21 partite complessive. Quest’anno sembrava la stagione giusta, quella del riscatto. I muscoli stanno bene, la forma c’è. Ma Emanuele non riesce a conquistare la fiducia di Di Francesco. Tre presenze e ben 15 panchine. Poi il 31 gennaio la decisione. “Torno in gialloazzurro”, i suoi colori preferiti. Quelli del Frosinone ma anche quelli della sua Mazara Del Vallo, la città dove tutto è cominciato. Colori anche dell’Hellas Verona, a cui oggi proprio Terranova ha dato un grosso dispiacere. Gol e dedica, questa sì, speciale: “Il gol è per mio padre che è venuto a mancare tre anni fa. Ci tenevo perché glielo avevo promesso”. Una gioia che mancava ad Emanuele da quasi quattro anni, da quel Sassuolo – Padova del maggio 2013. L’ultimo acuto, prima di oggi. Ancora in B, ancora una volta alla conquista della Serie A, questa volta da protagonista.