Ricci al quadrato: i “gemelli del gol” e un week-end indimenticabile
“Gemelli del gol”. Lo dici e pensi subito a Pulici-Graziani, ciclonica coppia gol del Torino negli anni ’70. Oppure alla coppia d’oro della Samp, Vialli-Mancini, che regalò ai blucerchiati lo storico scudetto nel 1990/91. Per un giorno però l’espressione smette di essere metaforica e diventa letterale. Quel giorno è oggi e i “gemelli del gol” sono Matteo e Federico Ricci.
Sabato il primo ha contribuito alla vittoria della Salernitana contro il Venezia in B, domenica il secondo ha realizzato un gol strepitoso contro il Verona con la maglia del Crotone in Serie A.
Federico è tornato a Crotone pochi giorni fa. Lui è stato uno degli eroi del salto in Serie A di due stagioni fa. Fu un elemento determinante nel gioco di Juric e contribuì con 11 reti allo storico approdo in massima serie. Poi, da lì, poca fortuna. Ma in questa finestra di mercato il Sassuolo lo ha girato in prestito (via Genoa) proprio ai calabresi e la prima apparizione è da tappeto rosso. Quello che idealmente i tifosi gli hanno messo ai piedi al momento del suo ritorno. Federico a Crotone è amato, e ha ritrovato in 90 minuti tutta la fiducia persa in lunghi mesi di panchine e (spesso) anonime apparizioni in campo. Prima l’assist a Stoian, poi il gol personale, una vera meraviglia: un sinistro a giro imprendibile sul secondo palo. Una pennellata, un gioiello e poi la corsa liberatoria sotto lo spicchio dei tifosi ospiti al “Bentegodi” che sembra dire: “Eccomi, sono di nuovo a casa”. Sarà una marcia in più, un’arma importante per Zenga, che non a caso lo ha subito gettato nella mischia in uno scontro diretto con il Verona poi stravinto grazie anche alle magie del nuovo-vecchio acquisto. Federico è quel tipo di calciatore che l’allenatore voleva: estroso, fantasioso e pieno di colpi in canna. A Crotone sperano sia solo l’inizio.
Matteo invece, il giorno prima, aveva messo a segno il terzo gol stagionale. Lui non è un attaccante come il fratello, ma un centrocampista dinamico e sempre pronto ad inserirsi. A Salerno stanno imparando ad apprezzarne le qualità e quello di sabato è già il terzo centro stagionale. E, dopo la partita del fratello il giorno dopo, la telefonata tra gemelli sarà durata un po’ più del solito.
Una gioia doppia, come quella dei genitori al momento della nascita dei due, il 27 maggio del 1994. Gemelli, identici e inseparabili, pure nel rettangolo da gioco, cresciuti insieme nel fertile vivaio della Roma, anche se poi la carriera li sta tenendo virtualmente lontani. Lontani ma non troppo. Anche perché il fato qualche volta, e in alcuni week-end, li tiene legati a filo doppio.