Renan Pippi, dal Gremio con Ronaldinho ai gol in D con il Monterosi: “Ma non ho rimpianti, rifarei tutto”
Nazionalità brasiliana, “anche se ormai sono italiano”. Professione, attaccante. Renan Pippi segna e sogna con il Monterosi FC. Neopromossa dall’Eccellenza, la società viterbese quest’anno è quarta in classifica nel girone G della Serie D. Un campionato di vertice con ambizioni di promozione, sotto la guida di David D’Antoni e grazie ai gol del bomber brasiliano. “Credo molto nel progetto Monterosi – dice in esclusiva Renan ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – Lo scorso anno, dopo la fine dell’avventura alla Viterbese, sono stato il primo a firmare il contratto. Oggi siamo lassù, ma l’ambizione è grande e non vogliamo porci limiti”.
Zone d’alta classifica non certo frutto del caso, visto il grande progetto messo in piedi dal presidente Luciano Capponi. Due anni fa, dopo diversi campionati d’Eccellenza era arrivata la retrocessione. Poi la fusione con la Sorianese ha ridato la categoria e subito è arrivata la promozione in D. Ambizione in campo, con un fondamento etico alla base: lo sport è educazione, onestà e rispetto. E il calcio va visto come un gioco e non come una guerra. Ogni giocatore è obbligato a firmare un protocollo d’intesa basato su questi principi e Pippi non fa eccezione: “Si l’ho firmato anche io. Penso che sia un protocollo molto importante che fa passare dei valori fondamentale ai ragazzi più giovani e non. Lo sport e la vita si devono basare su questi aspetti”.
È vero segno tanti gol, ma il merito non è solo mio. Siamo una bella squadra, con tanti giocatori d’esperienza, non solo in Serie D. Alcuni compagni hanno giocato anche in Lega Pro e questo si vede in campo”. Il professionismo, tasto dolente ma nemmeno troppo, della carriera del brasiliano. L’inizio al Gremio poteva presupporre un’altra carriera. Ma Pippi stoppa subito il discorso: “Non ho rimpianti. Tutto quello che ho fatto, lo rifarei”. Due anni nelle fila degli Imortal Tricolor, da giovane del vivaio. “Ho fatto tanti allenamenti con la prima squadra, ma non sono mai riuscito ad esordire con loro”. Allenamenti vissuti gomito a gomito con un certo Ronaldinho, “ma mi ricordo poco di lui, ero un giovane ragazzo del vivaio e lui già era il campione del Gremio”. Tutta l’U21 e poi nel 2002 il salto in Italia, a Chieti: “Era una bella opportunità giocare in Italia. Fare il salto in Europa mi avrebbe dato il palcoscenico giusto per mettermi in mostra. E il campionato di Serie C1 era importante, per quello non ho rimpianti”. Poi nuovamente il ritorno in Sud America, sponda Santiago Wanderers, in Uruguay. “Una bella esperienza”, vissuta insieme a due conoscenze del calcio italiano: “Ero compagno di squadra di Muslera e Martinez (Jorge, ex Catania e Juventus, ndr), ho segnato anche qualche gol, ma non mi ricordo era tanto tempo fa”. Ride Renan mentre lo dice, si capisce che alla fine il salto nel grandissimo calcio è solo un ricordo sbiadito: “Ripeto, va bene così. Con il mio procuratore di allora decidemmo di tornare in Italia (a Vasto, ndr) e da lì è iniziata la mia avventura italiana”.
Un lungo girovagare per tutta Italia, tra Lega Pro e Serie D, senza mai perdere il vizio del gol: “È vero ho sempre segnato. Ho fatto quasi 50 gol tra i professionisti. Nel 2007 ebbi anche l’occasione di giocare in Serie B. Mi prese la Triestina, ma non riuscii mai ad esordire. Ero un anno più grande per entrare nella lista come giovane e, forse per quello, decisero di mandarmi in prestito”. Nel 2014 l’altro piccolo cruccio nella sua carriera. Grazie ai 27 gol in Eccellenza, porta la Lupa Castelli Romani in Serie D. Attratto dal progetto Viterbese, lascia la Lupa e passa in gialloblù. Il fato si mette di traverso e porta le due squadre a scontrarsi nello stesso girone di Serie D, con la sua ex squadra Campione e promossa in Lega Pro e la Viterbese seconda: “Eh me lo ricodo. Ma com’è che si dice? Nel calcio sono cose che succedono. La Viterbese aveva un progetto interessante e poi è sempre stata una società gloriosa, per quello accettai la loro proposta. Col senno di poi…”. Dice proprio così Renan, un modo di dire propriamente italiano, detto da un brasiliano ormai trapiantato nel Lazio: “Dopo più di dieci anni sono un po’ italiano. Ho un sacco di amici qui, soprattutto a Marino dove ho giocato qualche anno fa. Negli ultimi anni non mi sono spostato tanto”. Monterosi è il presente e il futuro, “perché io ci credo in questo progetto. Voglio continuare a giocare ancora tanti anni. Alla fine ne ho solo 33, non sono vecchio! Voglio conquistare qualcosa di importante con questa maglia, chissà magari anche tornare professionista a 34 anni. Sarebbe bello”. Ci crede Renan, la promozione in Lega Pro non è un sogno, ma un obiettivo. Ammesso quasi sottovoce, ma non nascosto. Poi, raggiunto questo, si ritirerà: “Non so quando, ma dovrà succedere”. Il futuro? “Nel calcio sicuramente Monterosi, sto troppo bene per andare via. La mia terra però è il Brasile, alla fine di tutto tornerò a casa. Perché la mia famiglia e il mio cuore sono sempre lì”.