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Regolamentiamo – Le differenze tra il calcio di punizione diretto e quello indiretto

Il calcio di punizione diretto, come diremmo oggi, viene istituito all’inizio del secolo scorso, nel 1903, e viene anche fissata in metri 7,20 la distanza alla quale doveva essere collocata la barriera nei calci di punizione. Passano dieci anni, 1913, allorquando la distanza della barriera viene portata agli attuali metri 9,15. Trascorrono ancora più di trent’anni, 1935, quando viene inserito il calcio di punizione indiretto (di seconda). Nel corso degli anni sono stati introdotti elementi nuovi per determinare il tipo punizione che meritava uno dei due calci di punizioni considerati e senza fare un elenco lunghissimo pensiamo utili ricordare che nel 1979 si stabilisce che al fine di distinguere tra un calcio di punizione diretto e uno indiretto, l’arbitro deve alzare un braccio sopra la testa per indicare che la punizione è di tipo indiretto; nel 1980 viene incluso “lo sputo” tra i falli che prevedono un calcio di punizione diretto; nel 1992 il portiere non può più prendere la palla in mano su retro passaggio, altrimenti viene sanzionato con un calcio di punizione indiretto e nel 2005 se un calciatore di riserva entra abusivamente sul terreno di gioco, il gioco dovrà essere ripreso con un calcio di punizione indiretto, per la squadra avversaria, nel punto in cui si trovava il pallone al momento dell’interruzione. Il calciatore di riserva è passibile di ammonizione o espulsione a seconda dell’infrazione commessa. La tipologia regolamentare dei calci di punizione dice che questi possono essere di due tipi: diretti e indiretti.

Nel calcio di punizione diretto se il pallone è calciato direttamente nella porta avversaria, quindi entra in porta, la rete è valida;  se un calcio di punizione diretto è calciato direttamente nella propria porta deve essere accordato un calcio d’angolo alla squadra avversaria.

Riassumendo con il calcio di punizione diretto può essere segnata direttamente una rete senza che altri calciatori, attaccanti o difensori, tocchino il pallone, così come non può essere segnata un’autorete nella propria porta.

Nel calcio di punizione indiretto, che l’arbitro indica sollevando il proprio braccio al di sopra della testa, mantenendolo in questa posizione durante l’esecuzione del calcio di punizione e fino a che il pallone abbia toccato un altro calciatore o cessi di essere in gioco, se il pallone viene calciato direttamente nella porta della squadra avversaria, senza che lo abbia toccato un altri calciatore, il gioco dovrà̀ essere ripreso con un calcio di rinvio; se un calcio di punizione viene calciato direttamente nella propria porta, senza che lo abbia toccato un altri calciatore, il gioco dovrà̀ essere ripreso con un calcio d’angolo in favore della squadra avversaria. In questo caso una rete può̀ essere segnata soltanto se il pallone entra in porta dopo aver toccato un altro calciatore.

Sia per il calcio di punizione diretto che per quello indiretto, il pallone deve essere fermo nel momento in cui viene calciato e chi lo calcia non deve toccarlo di nuovo prima che sia stato toccato da un altro calciatore.

Altro elemento molto importante è il punto di collocazione del pallone dopo un’infrazione che dipende dal tipo i fallo commesso. I falli specificati nella Regola 12 punibili con un calcio di punizione diretto si intendono commessi nel punto in cui avviene il contatto (salvo il caso di fallo “continuato”, che si punisce dove termina) sia fra i calciatori, sia fra mano e pallone. Per i falli punibili con calcio di punizione indiretto, il pallone deve essere collocato nel punto in cui l’infrazione è stata commessa.

Nella guida agli arbitri si pone molta importanza al rispetto della distanza minima di metri 9,15 dove si devono collocare i calciatori che subiscono il calcio di punizione. Questa distanza è obbligatoria, con la eccezione del calcio di punizione indiretto eseguito dall’interno dell’area di rigore da una distanza inferiore a m. 9,15 dalla porta contro la squadra difendente: in tale circostanza i difendenti possono disporsi sulla linea di porta, nel tratto compreso fra i pali; altrimenti devono rispettare la distanza prescritta. Il calciatore che esegue il calcio di punizione può, non solo in questo caso, ma in qualunque altra situazione di calcio di punizione, rinunciare tacitamente al rispetto della distanza da parte degli avversari, ma in tale circostanza, qualora il pallone venga intercettato, l’arbitro non dovrà̀ intervenire.