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Real Madrid, Ancelotti: “Il calcio per me è una passione, non un’ossessione”

Carlo Ancelotti parla dell’imminente finale di Champions League e del suo futuro

A meno di una settimana dall’appuntamento più atteso dell’anno, Carlo Ancelotti ha parlato della sua esperienza in Champions League: l’1 giugno l’allenatore del Real Madrid può conquistare la sua quinta coppa, detenendo già il record di 4 dopo quella vinta nella stagione 2021-22. Nel corso della sua intervista a La Repubblica, Ancelotti ha raccontato le sue emozioni, con un occhio anche al “suo” Milan. 

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Le parole di Carlo Ancelotti in vista della finale di Champions League

Alla domanda “Com’è il futbol?” Ancelotti risponde: “Complicado y sencillo. Complicato e semplice, basta avere passione e non complicarlo con l’ossessione”. Infatti, l’allenatore del Real Madrid ha definito il suo rapporto con il calcio: L’ossessione è una malattia e io per fortuna non sono ossessionato: ho ancora tanta passione“.

Per Ancelotti, la cosa più importante è l’attitudine: “Ho appena spiegato in conferenza stampa. Credo che sia fondamentale, prima di tutto, disfrutar, godersi il privilegio di un lavoro che è anche un gioco. E bisogna eliminare lo stress. Sono madridista anch’io, mi identifico con questa maglia e voglio fare felice la gente, il club. Siamo in finale di Champions contro il Borussia Dortmund, sabato a Wembley. Non sarà facile. Loro sono forti, passano in un attimo dalla difesa all’attacco. Hanno eliminato il PSG in semifinale e l’Atletico nei quarti”.

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Al Real Madrid la Champions League è di casa: “La storia del Real si identifica con questa competizione fin dalla sua creazione. Nei primi 10 anni, l’ha vinta 6 volte. Vorremmo riuscirci anche noi, che nel 2014, esattamente 10 anni fa, abbiamo portato a casa la mitica Decima. Il paragone con quel grande Real di Di Stefano è una motivazione forte”. 

Sul calcio italiano, invece: “L’Italia, a livello di risultati, sta tornando in alto nelle coppe. Tre finaliste l’anno scorso, con l’Inter a un passo dalla Champions. Quest’anno l’Atalanta ha vinto l’Europa League e la Fiorentina può provarci in Conference. Quello che manca, secondo me, è l’ambiente, con annessi gli stadi. A livello tecnico non ci sono dei fuoriclasse, eccezion fatta per Donnarumma. Ovviamente mi riferisco ad una generazione simile a quella di Totti, Pirlo e Del Piero. Serve del tempo. Sono fiducioso per l’Europeo, il gruppo c’è, la squadra può fare bene”.

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Sul Milan, invece: “Seguo da lontano la squadra, con molto affetto. È arrivato Brahim Diaz, che è un talento straordinario, ma anche il Milan ne ha uno come Leao. È da picchiare a volte, se fosse con me lo farei tutti i giorni“.

Ancelotti ha sempre avuto un grande rapporto con i suoi giocatori: “Mi comporto in modo naturale, con rispetto. I rapporti tra persone sono più importanti di quelli lavorativi, e questo paga. Mi sento come alla prima finale di Champions”.

E sul futuro: Continuerò ad allenare fino a quando sarò qui al Real Madrid“. Si parla anche di mercato, con il papabile arrivo di Kylian Mbappè, ma Ancelotti non si sbilancia: “Parlo dei giocatori che alleno, visto che sono molto forti.Vinicius migliora ogni giorno, Bellingham ha capito subito che cosa vuol dire il Real. È un gruppo unitissimo, lo dimostra come ha reagito agli infortuni gravi di Courtois e Militao in pochi giorni e ai tanti altri contrattempi. Saprà assorbire anche l’addio di un fenomeno del calcio come Kroos.”