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Ranieri: “Questo Leicester mi ricorda il Catanzaro di Di Marzio”

In Premier League ormai c’è un sogno chiamato Leicester e Claudio Ranieri non vuole svegliarsi più. Dopo aver vinto per tre a zero sul Manchester City secondo in classifica, la vittoria del campionato non sembra più così impossibile. Sul sito de Il Corriere della Sera, Mario Sconcerti ha intervistato Ranieri:

“Quando sono arrivato ho visto una squadra che correvano molto, dava l’idea di star bene. Ho parlato con i giocatori ho capito che avevano paura del tatticismo italiano. Non mi sembravano convinti, nemmeno io lo ero. Ho molta ammirazione per chi costruisce moduli di gioco nuovi, ma ho sempre pensato che prima di tutto un buon tecnico debba impostare la squadra sulle caratteristiche dei suoi giocatori. Gli assicurai che avrei parlato pochissimo di tattica. Per me l’importante era corressero tanto.

La differenza tra i calciatori del campionato di Premier e quelli della Serie A? La voglia di divertirsi. In Italia il calcio fa fatica a essere un divertimento, ci si allena con meno intensità e meno convinzione. E’ più un dovere. Qui invece c’è la forte consapevolezza di essere giovani, sani e di fare un bel mestiere. Quando si allenano si impegnano come in partita, non ho mai dovuto riprendere un giocatore per pigrizia.

Ripenso al Chelsea di Mourinho? No. Penso solo a quello che vedo. In Inghilterra si gioca come se fosse sempre un derby. Ho visto Milan-Inter pochi giorni fa, quella è stata una partita all’inglese. Corsa, botte, squadre un po’ lunghe, tanto agonismo, una bella partita che alla fine è scappata di mano all’Inter”.

“Una squadra che assomiglia al mio Leicester? Alla fine della carriera da giocatore ho trovato una squadra così: era il Catanzaro di Gianni di Marzio, quello di Palanca, Silipo e gli altri. Capisco non sia un grande esempio, meglio Guardiola. Però erano come il Liecester, un gruppo di amici che viveva insieme. Non so se vinceremo il campionato, ma è già fantastico aver meritato la domanda. All’inizio il presidente mi chiese di fare 24 punti entro Natale. Ne abbiamo fatti 37 o 39, nemmeno ricordo quanti. E ora siamo ancora lassù. In un tempo in cui contano solo i soldi, credo si sia una speranza per tutti”.