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Raimondo: “Frosinone, che bella sorpresa. Fame e umiltà le nostre forze”

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Antonio Raimondo, Frosinone – Credits: Frosinone Calcio

Dagli esordi alla maglia numero 9 del Frosinone: l’attaccante si racconta a gianlucadimarzio.com

Se guardi negli occhi Antonio Raimondo percepisci la fame e la determinazione di un ragazzo che non ha mai voluto avere un piano B. Ho sempre voluto fare questo, ho sempre cercato di metterci tutto me stesso e non avrei saputo cosa fare se non avessi fatto il calciatore”, racconta l’attaccante classe 2004 in un’intervista a gianlucadimarzio.com

Ora il presente è il Frosinone, con il Bologna – società che ne detiene il cartellino – che lo ha ceduto in prestito ai giallazzurri la scorsa estate. Su di lui c’erano diverse squadre di Serie B, ma la scintilla con i ciociari è scoccata dopo una chiamata con mister Alvini e il ds Castagnini: “Mi hanno fatto sentire subito voluto, ho capito che entrambi credevano in me. Mi sono confrontato con la mia famiglia e abbiamo pensato che fosse la scelta più giusta”. Scelta fin qui assolutamente azzeccata: “Mi sto trovando bene, faccio parte di un gran gruppo. Siamo molto uniti e penso che sia la nostra forza. Il mister ci sta mettendo nelle condizioni per poterci esprimere al meglio”.

Le richieste sono poche e molto chiare: nessuna prima donna, tanta fame e umiltà. Solo così si può pensare di creare qualcosa di importante: “Alvini ci chiede di essere umili, di essere squadra e di avere fame. Al resto pensa lui con il suo staff, a noi chiede solo questo. Con il mister il rapporto è molto buono”. La partenza dei giallazzurri è stata ottima, con 14 punti in 7 partite che al momento valgono il 3° posto in classifica. Dopo la grande paura della scorsa stagione l’obiettivo primario è uno, la salvezza. “Sognare, però, non costa nulla…”, specifica Raimondo.

Una famiglia “all’attacco”

La storia di Raimondo parte da Ravenna: “Sono nato e cresciuto lì, ma tutta la mia famiglia è di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno. Vado giù spesso per trovare i parenti, in casa di certo non si parla romagnolo”, dice a gianlucadimarzio.com sorridendo. E se Antonio è riuscito a coronare il suo sogno il merito è anche il loro: Con i miei genitori ho uno splendido rapporto, hanno fatto tanti sacrifici per me. Mi seguono sempre quando possono, devono ‘dividersi’ anche con mio fratello più piccolo che gioca nel Ravenna”.

Una famiglia di attaccanti, con Tommaso che ha ricalcato le orme di Antonio: “È più alto e grosso di me, a differenza mia è destro. È 2008, secondo me ha una buona prospettiva”. Magari un giorno saranno in campo insieme, in tal senso Frosinone ha una grande tradizione di fratelli in squadra: ora gli Oyono, qualche anno fa i Ciofani che centrarono la Serie A per la prima volta nella storia del club: “Sì sì, lo so… mai dire mai!”.

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Antonio Raimondo, Frosinone – Credits: Frosinone Calcio

“Sinisa avrà sempre un posto nel mio cuore”

Lo sliding door nella carriera di Raimondo è a 14 anni, quando dal Cesena si trasferisce nel settore giovanile del Bologna. Da lì inizia la sua scalata fino all’esordio in Serie A a soli 17 anni: Non so neanche descrivere l’emozione che ho provato, non me lo sarei mai immaginato. Giocavo con l’Under 17, da un giorno all’altro ho fatto l’esordio in Serie A”.

Il primo a credere in lui è stato Mihajlovic: Sinisa era una persona fantastica, una persona vera. Non faceva distinzioni, quando mi allenavo con la prima squadra mi trattava come se avessi 30 anni. Avrà sempre un posto nel mio cuore perché mi ha dato la fiducia dell’esordio e mi ha fatto esordire dal primo minuto nella stagione successiva. Penso che il primo allenatore a credere veramente in me sia stato lui”.

La Nazionale

Durante questa sosta non è arrivata la chiamata di Baldini in Under 21: Chiaro che voglio tornarci, ma il mio obiettivo principale è fare bene con la maglia del Frosinone. Segnare e vincere le partite con il club è la prima cosa, la Nazionale poi è una conseguenza”. Nel dicembre 2022 anche uno stage a Coverciano con la Nazionale maggiore del CT Mancini: È stata una bella emozione, non me lo aspettavo. Poi ho visto il mio nome, è stata una bella esperienza e un importante banco di prova perché mi sono confrontato con altri giovani fortissimi. Mi ha fatto crescere”.

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Antonio Raimondo, Frosinone – Credits: Frosinone Calcio

“Frosinone, che piacevole sorpresa”

E fuori dal campo com’è Antonio Raimondo? Una persona semplice con uno stile di vita normale. Mi piace uscire con i compagni. Gioco un po’ alla Play ma non più di tanto, giusto perché sono da solo a casa e mi annoio. Mi piace più stare in compagnia e uscire. E gli idoli, invece? “L’idolo di tutti è Cristiano Ronaldo, che è impossibile non apprezzare. Il mio, però, è il ‘Matador’ Cavani”.

Fare bene con il Frosinone, appunto. Fin qui il bilancio è più che positivo: 6 presenze in campionato e 2 gol, una doppietta contro il Cesena segnata sotto la Curva Sud. Manca ancora la Nord da timbrare, quella riservata ai tifosi di casa, ma con la fame e l’umiltà di cui si parlava prima è tutto più semplice: “Quando sono arrivato qui non conoscevo nessuno oltre Corrado e Palmisani. Sono arrivato a ‘scatola chiusa’ ma è stata una bellissima sorpresa. Ho legato con tutti, andiamo a cena in tanti, penso che come gruppo sia davvero fantastico”. L’umiltà c’è, la fame anche. La salvezza è un obiettivo alla portata, per il resto… “Sognare non costa nulla”, parola di Antonio Raimondo.