“Qui amano più il basket, vogliamo fargli cambiare idea…”. E’ un Rieti da record: in Europa è secondo solo al Manchester City
“Adesso che ci siamo ci proviamo…”. Campionato da record per il Rieti, che adesso sogna il ritorno nel professionismo. Unica squadra imbattuta in Italia, insieme al Ponsacco, campioni d’inverno con due turni d’anticipo come il Troina e miglior squadra per rendimento nelle top 5 Nazioni europee, dalla prima alla quarta categoria: 42 punti dopo 16 turni su 48 disponibili nel girone G della serie D, solo il Manchester City ha fatto meglio. Due campionati di serie B e 3 di Serie C nel palmares, dopo 10 anni di purgatorio ai laziali “batte forte il cuore”. Merito di Carmine Parlato, quattro promozioni in Serie C, ma soprattutto del presidente Riccardo Curci. I segreti del successo? Amore e passione e scelte azzeccate sul mercato: “Quando siamo partiti, ad agosto, la nostra idea era quella di fare un buon campionato” – dichiara Curci ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – “Volevamo far divertire i nostri tifosi e puntare ai primi posti. Certo, non potevamo aspettarci questi numeri e non è stato assolutamente facile arrivare in testa. Adesso che siamo lì ci proviamo, ci sono tante altre squadre che ambiscono a questo obiettivo: vedremo ad aprile-maggio se saremo stati i più bravi”.
In panchina, d’altronde, c’è un “mago” delle promozioni: “A Parlato è piaciuto subito il nostro progetto ed è rimasto affascinato dalla piazza, dalla nostra città. A me ha fatto subito un’ottima impressione, idee chiare, persona schietta. Si è creata immediatamente la giusta empatia e noi siamo contentissimi di lui. Spero che Parlato possa dire altrettanto di noi. Gli altri ringraziamenti vanno al pubblico. La risposta è stata tiepida, ma le presenze allo stadio stanno aumentando. A Rieti il tifoso è più legato al basket che al calcio, ma c’è uno zoccolo duro che ci sostiene da anni e si sta espandendo. Ci seguono anche in trasferte lontanissime come quelle in Sardegna per cui non posso che ringraziarli. La speranza è che questi risultati facciano appassionare al calcio altri rietini”.
Già, un comune con quasi 50 mila abitanti, un bacino d’utenza notevole per la serie D: “Le potenzialità per fare il professionismo ci sono tutte, poi però subentrano anche altri tipi di discorsi. Ci vorrebbe un aiuto per supportarmi in questa impresa in cui mi sono impegnato. Ci vuole cuore, passione e un po’ di follia per fare il presidente. E’ un lavoro duro e pesante in termini economici, spero di ottenere le soddisfazioni che la città merita. Il budget non era altissimo ma ci ha permesso di realizzare le nostre idee sul mercato e per ora si stanno rivelando vincenti. Avversari temibili? SFF Atletico e Alba Longa, ma poi ci sono anche Latina e Trastevere da tenere d’occhio. Ci sono club con una storia importante in questo girone, ma dobbiamo pensare a noi stessi. Basterebbe continuare a fare ciò che abbiamo fatto fino ad ora e saranno dolori per gli altri”.
Davide Scarmuzzino (19), Nevio Carraffiello (18), Giacomo Graziano (18), Francesco Giunta (18), Matteo Scevola (18), Tiziano Tiraferri (20), Florin Ispas (19)… Il Rieti ha un gruppo di giovani che può assicurare un futuro. A meno che… “…non ce li portino via (ride). Abbiamo giovani molto forti e stanno suscitando l’interesse di diversi club di categorie superiori. Io credo che qui abbiano la possibilità di mettersi in luce e prima di tutto devono pensare al Rieti. Poi saremo tutti felici se raggiungeranno la serie A, il sogno di tutti i ragazzi che giocano a questi livelli. Sul mercato siamo stati vigili, chi voleva far parte della nostra squadra doveva rimanere o arrivare con l’umiltà e la fame giuste. C’è un gruppo forte, affiatato, che sta andando alla grande”. Il Manlio Scopigno avrà bisogno di un ritocco al look? “Alt!! Di questo, anche per scaramanzia, preferisco parlare in primavera. I rapporto con le istituzioni sono ottimi, poi… vedremo (ride di nuovo)”. D’altronde c’è tutto un girone di ritorno da affrontare. Ma “qualche” dato induce all’ottimismo…