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Quando l’Italia è un sogno che si realizza: dalla D all’Azzurro, Lasagna è sempre lo stesso

Luglio 2012. Dopo una stagione di gol in Promozione, alla Governolese, Kevin Lasagna è pronto per il salto nel semi professionismo. Serie D, ASD Calcio Cerea 1912. “Ci siamo seduti, gli abbiamo mostrato il contratto e… lui quasi scoppia a piangere!”.

La faccia tristissima sarà stata tutto un programma. “Kevin avrà pensato ‘con lo stipendio da serie D finalmente posso aiutare i miei genitori’ perché era quello che realmente voleva. Ma quando ha letto cifre da rimborso, 300/500 euro, ci è rimasto malissimo”.

A svelarcelo è Pietro Mirandola, allora dirigente-accompagnatore del club. Che poi aggiunge un altro dettaglio, tutt’altro che superfluo.

“Nell’estate 2012 stavamo costruendo una squadra forte, competitiva, per il secondo anno consecutivo in serie D. Da regolamento ci servivano 4 calciatori fuori quota, del 1994. Così abbiamo deciso di puntare su Alessandro Marchese, che a detta di tutti era il miglior terzino della Promozione mantovana. Arrivava dalla Governolese. E insieme a lui giocava tale Kevin Lasagna, di cui avevamo già sentito parlare perché arrivava da una stagione in cui aveva segnato 25 gol anche se poi, però, si era fatto male al ginocchio”.

Amen. Uno, comunque, ha tirato l’altro. “Certo! Soprattutto grazie al ds Alberto Misturini che stravedeva per le sue giocate. Poi Lasagna si era ripreso e conosceva molto bene Marchese, sarebbero venuti in macchina insieme: era tutto perfetto per fargli fare la… QUINTA punta!”.

Quinta?! “Già. Davanti ne aveva altri, esperti, forti. Poi vuoi sapere com’è andata a finire?”. Prontissimi. “Il povero Marchese è durato tre partite, Lasagna ha piano piano scalato posizioni”.

Ma tanto piano. “Alla prima giornata, il ‘9’ titolare si era già rotto i legamenti”. Non sembrava comunque bastare. Girone di andata: zero gol. E tantissime panchine.

“Sapeva di non giocare la domenica, è vero, ma lui, il sabato sera non faceva serata ugualmente. Era un ragazzo serissimo, andava a letto presto perché ci credeva tantissimo. Ha sempre vissuto per il calcio”.

Attenzione però: sei anni fa, il Cerea, dopo appena quattro mesi, se ne stava quasi per liberare. “A dicembre, durante la finestra di mercato, sembrava dovesse andarsene in prestito da qualche parte. Era praticamente stato deciso”.

Poi però Kevin segna in una delle primissime partite del girone di ritorno per finire il campionato a quota 7. “Era alto ma magrissimo, con un fisico di provincia. Ma si notava del potenziale importante: lo scatto, l’intelligenza, la duttilità! Sapeva fare benissimo anche l’ala sinistra”.

Il finale di stagione, per il Cerea, fu difficile, nonostante un Lasagna in forma. “Non so come ma siamo retrocessi ai playout”.

Il futuro di Lasagna? “Kevin voleva continuare in serie D così prima è andato in prova alla Virtusvecomp Verona ma fu scartato, e poi in prestito all’Este. Un anno dopo è passato in prestito al Carpi che poi lo comprò per 75.000 mila euro”.

Pietro ci racconta anche il tipo di ragazzino che era allora, timido e schivo, quasi all’eccesso. “Non parlava quasi mai! Ricordo quando andavamo in trasferta tutti insieme, in pullman: lui si imbucava all’ultimo posto, sempre vicino al suo amico Marchese”.

Oggi, Kevin, è un po’ più estroverso ma ha ancora lo stesso amore per il pallone di sei anni fa. E anche la stessa fidanzata. In più una convocazione in Nazionale, ‘sogno che si realizza’ e che lo avrà sicuramente fatto piangere di felicità.

Ps anche la foto in copertina è quella di sei anni fa! Al centro Kevin Lasagna, a destra Pietro, a sinistra Misturini.