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Puntualità, social network e la maglia di Maldini: Baiano si racconta

Se Ciccio Baiano avesse dribblato le nostre domande come i difensori affrontati in carriera, (per citarne alcuni, Baresi, Maldini, Bergomi), non avremmo niente da raccontare. Invece il neo allenatore del Varese Calcio palleggia con noi a centrocampo per una buona mezz’ora e in una serie di botta e risposta ci svela dettagli di vita e ricordi dai campi. Tre in particolare quelli che lo hanno segnato: Napoli, Foggia, Fiorentina, ma tiene così tanto alle squadre in cui ha militato che -ci confessa-: “Ogni domenica controllo i risultati di tutte, dalla Serie A, alla Lega Pro alla Championship”. A proposito di risultati, buona la prima col Varese (attualmente secondo nel girone A di Serie D) che col Pinerolo ha chiuso la gara con 2 gol fatti e 0 subiti. Il gruppo si è messo subito a disposizione e lavora bene ma con il nuovo allenatore tre sono le cose vietate: sbagliare l’approccio alla gara, (“Se il piglio è sbagliato al 99% la partita la perdi”, Ciccio dixit) arrivare tardi agli allenamenti e contestare le scelte dalla panchina al campo. Su questo terzo punto tiene a sottolineare che: “Il rispetto oltre all’allenatore, va al compagno che entra”.

Se non avesse fatto il calciatore? Avrebbe fatto il parrucchiere perché, ci racconta: “Mio padre era barbiere, non ha avuto la possibilità di giocare come l’ho avuta io e mi ha sempre detto “impara l’arte, che non si sa mai”. Ho iniziato nel suo negozio, andavo lì dopo la scuola, timbravo il cartellino e poi andavo a giocare a calcio con gli amici!!”.

Se dovesse stilare una classifica dei suoi insegnanti? E dei suoi gol? Sulla prima non ha dubbi: primo fra tutti è stato suo padre, di cui dice: “Vivendo in una città come Napoli la sua rigidità è stata fondamentale. Il calcio per me era un divertimento ma a un certo punto ha capito che potevo fare qualcosa di importante e ha iniziato a darmi consigli. Giocavo a 300 metri da casa, da dove passavano spesso dirigenti e allenatori. Mi spingeva a non farmi vedere in giro alle 10 di sera, così gli amici uscivano e io stavo a casa. Ma quando a 16 anni e mezzo ho toccato con mano la Serie A è stato più facile frenarmi perché l’obiettivo non era più un miraggio”.

Gli insegnanti sul campo? Tanti, primo fra tutti Abbondanza, allenatore delle giovanili del Napoli e protagonista di una aneddoto che Francesco ha voluto raccontare a gianlucadimarzio.com: “A 13 anni vado a fare il provino al Napoli e non mi prendono. L’anno successivo, in un torneo tra scuole calcio segno nove gol in tre partite e Abbondanza chiede a mio padre di portarmi a fare un provino. Lui gli spiega che mi avevano scartato l’anno prima perché troppo piccolo fisicamente. Ma la frase di Abbondanza “mica bisogna scaricare navi merci”, mi ha aperto le porte e da lì ho iniziato la trafila fino alla prima squadra”. Un altro grande maestro è stato Zeman, che ha creduto in quel centravanti da subito, l’ha voluto dopo un’annata difficile e con Rambaudi e Signori ha dato vita al tridente col quale Baiano ha realizzato 22 gol laureandosi capocannoniere. Ed è proprio con quella maglia che ha segnato la rete più bella: derby col Bari, palla sul sinistro, (che non è il suo piede naturale) e -ricorda-: “Mi sono girato e non rendendomi nemmeno conto della distanza dalla porta, ho tirato. La palla è finita sotto l’incrocio, un gol strepitoso, chissà come ho fatto!!”. Quella partita è finita 3-1 per il Foggia e la tripletta rossonera (non l’unica in serie B) l’ha realizzata proprio Ciccio.

Se potesse eliminare qualcosa dei calciatori di oggi? Senza ombra di dubbio i social network. A Baiano proprio non piace quell’ostinata tendenza a condividere la propria vita con tutti. Sentenzia infatti: “E’ controproducente e attira antipatie”. Non si capacita della voglia di mostrare dove si va, con chi e perché. Sarà anche per questo che quando gli chiediamo a chi le “bandiere” di ieri passeranno la staffetta, risponde con un velo di amarezza che: “Dei vari Maldini, Baresi, Totti, Del Pieronon ce ne sarà più neanche uno. E’ un’epoca chiusa e fa male”. A proposito, l’unica maglia che Ciccio ha voluto fortemente è quella di un signore che -ci dice-: “Ho stimato prima come uomo e poi come calciatore, Paolo Maldini”. Chissà che ai suoi ragazzi l’esempio di giocatori d’altri tempi servirà a farli crescere e ad arrivare in alto. La risposta, con cui Baiano ci congeda, è suggerita da un amico fraterno, Beppe Sannino: “Tutto è scritto. Se è, è”.

Alice Nidasio