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Pulici: “Belotti? E’ un animale d’area di rigore, bisogna tenerlo lì dentro”

Belotti come Vieri, Casiraghi o Vialli? In realtà la maggioranza degli addetti ai lavori e dei tifosi ha paragonato il Gallo a Paolo Pulici, 142 reti in serie A con le maglie di Torino, Udinese e Fiorentina. L’ex bomber granata, contattato da Tuttosport, ha espressamente invitato Belotti ad andare a trovarlo, per dargli dei consigli…

“Se venisse sarebbe il benvenuto, mi farebbe davvero un enorme piacere” – attacca Pulici – “Anche i bambini della scuola calcio impazzirebbero di gioia ad averlo qui! Il lunedì io sono al campo già alle 16… Se Andrea venisse da me o mi chiamasse per chiedermi un consiglio gli darei i miei suggerimenti senza problemi. Del resto anche chiedere fa parte dell’imparare: c’è sempre qualcuno che sa qualcosa più di te. Anche solo parlando con i compagni ci si confronta e si scoprono delle cose che possono aiutare a risolvere dei problemi. Bisogna avere l’umiltà e il coraggio di dedicarsi a questo, non vergognarsi di chiedere se qualcosa non viene. Il vero segreto è dialogare. Alla lunga questo fa la differenza tra essere un giocatore mediocre e uno molto forte”.

Qualche trucco per i rigori: “Non deve abbattersi dopo un rigore sbagliato. Sono cose che succedono. Quello che distingue un campione è non lasciarsi prendere dallo sconforto quando questo accade, ma trovare da lì lo stimolo per migliorare. Quando è successo a me, Giagnoni mi ha preso da parte e mi ha messo a tirare, tirare, tirare. Non contro un muro come dicono tutti: lui si infuria tutte le volte che lo sente, urlando ‘Ma che contro il muro, io non ho mai fatto queste cose!’. Non contro un muro, dicevo, che era il metodo usato da Ussello per i ragazzi della Primavera per imparare a calciare con entrambi i piedi, bensì davanti alla porta, da diverse angolazioni, con il pallone che arrivava da qualsiasi parte, all’infinito, per allenare la mia solidità mentale. Questo mi ha permesso di essere pronto in più situazioni, avere la freddezza per gestire il momento e diventare il Pupi che tutti conoscono”.

Un consiglio anche per Mihajlovic: “Belotti partecipa alla fase difensiva, mentre a me i compagni non permettevano di farlo: ero un “animale d’area di rigore”, come dice Pecci, e se sbagliavo sì che mi sentivo in colpa. Lui arriva stanco alla conclusione e ogni tanto perde lucidità. Ha un modo di giocare più come quello di Graziani, che rientrava ad aiutare il centrocampo. E questo ti fa pagare lo scotto: Ciccio lo sapeva ma lo aveva nel carattere, come lo ha il Gallo. Finché ce la fa a farlo, benissimo. Ma se si vuole un Belotti più lucido bisognerebbe mandarlo più avanti che indietro. Queste sono però cose che deve guardare l’allenatore, dal di fuori è molto più facile parlare”.