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Pubill e il trasferimento saltato all’Atalanta: “Non è vero che non passai le visite”

Il retroscena del terzino sull’accordo sfumato con l’Atalanta in estate

Poteva essere un giocatore dell’Atalanta, ma la trattativa si è interrotta quando mancava solo la firma. Quello di Marc Pubill è stato uno dei tanti trasferimenti saltati dell’ultima sessione di calciomercato e forse anche uno di quelli che era andato più vicino a una concluisone positiva. Il 2003 dell’Almeria aveva svolto le visite mediche per l’Atalanta, che per lui stava per spendere 20 milioni di euro. Poi però è emerso un problema al ginocchio, che ha portato la società a non tesserare lo spagnolo, che ha raccontato quest’esperienza ai microfoni di Relevo.

 

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Pubill: “Avevo superato le visite mediche, poi l’Atalanta si è tirata indietro”

Il terzino ha raccontato il trasferimento saltato, dovuto a un vecchio infortunio al ginocchio: “Sono cose che succedono nel calcio. L’Atalanta si è comportata bene con me. Quando ero ai Giochi ci siamo sentiti più volte con il direttore sportivo. Puntavano su di me, sono andato lì a firmare e ho superato le visite medice, per quanto si fosse detto che non le avevo superate. Infatti, il medico lì mi ha chiesto chi mi avesse operato al ginocchio, perché ha visto che stava molto bene. Poi, per questioni o decisioni loro, si sono tirati indietro. Non so perché, ma non è una cosa che mi dà molto fastidio. Non ho rancori o problemi. Sono tornato ad Almería e sono felice di essere qui“.

 

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Una notizia, quella dell’accordo saltato, arrivata quindi all’improvviso: “Ho superato le visite mediche e il giorno dopo sarei andato al club per il media day e tutto il resto. Mi hanno detto di scendere per il pranzo, cosa che non avevo ancora fatto. Quando sono salito per vedere la mia famiglia, mi hanno detto che c’erano dei problemi e che stavano cercando di rinegoziare le cose. Siamo andati in albergo e lì il mio agente mi ha detto che l’accordo era saltato“.

Il giocatore poi ha proseguito:Non so se l’hanno messa come scusa o se ne hanno davvero approfittato. Quando ho fatto la visita di controllo, il medico mi ha detto che il ginocchio era perfetto e chi mi aveva operato, perché l’operazione era stata molto buona. Quando ero già nelle strutture del club, il medico ha ripetuto che il ginocchio era perfetto, ma che non sapeva come sarebbe stato tra cinque anni. Ovviamente non lo sa lui, né io né nessun altro. Non so se è stato a causa di El Bilal Touré, se è stato perché il terzino di riserva italiano era un’altra opzione, se è stato perché quando hanno visto che mi avevano ingaggiato l’altra squadra ha abbassato il prezzo e ha deciso di puntare su di lui… Ma, dai, il mio ginocchio è perfetto. Ho continuato a giocare e non ho nessun problema“.

 

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Una vicenda che lo spagnolo non ha preso benissimo: “All’epoca mi fece male il fatto che la gente credesse davvero che il mio ginocchio stesse male, quando ero reduce da un campionato con partite a giorni alterni. Sono tornato ad Almeria e ho giocato due partite a settimana senza problemi. Il fatto che la gente pensasse che il mio ginocchio stesse male mi ha dato un po’ fastidio. Della mia famiglia, quello che l’ha presa è stato mio fratello maggiore. È venuto a firmare ma, dato che il lunedì doveva lavorare, è partito prima. Quando era sull’aereo, la firma è stata cancellata. Quando è atterrato ha visto i messaggi. Ha iniziato a chiamarmi in continuazione: “Fratello, stai bene? Gli ho detto di sì, che stavo tornando ad Almería e che ero molto tranquillo”.