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Pro Piacenza, il dg Palumbo: “Non ri-organizzerei la trasferta di Cuneo! I genitori erano contenti…”

Una pagina nerissima per l’intero movimento calcistico italiano. Ventiquattrore di vergogna. Dall’inenarrabile farsa del Paschiero di Cuneo dove il Pro Piacenza si è presentato con sette ragazzini all’arma bianca alla sacrosanta esclusione dal campionato di Serie C (e sconfitta 3-0 a tavolino) avvenuta questo pomeriggio.

Il direttore generale del Pro Piacenza, Carmine Palumbo, quale ‘mandante’ e organizzatore della surreale trasferta di Cuneo, ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com ha parlato di quanto successo in questi giorni: “Io ho avuto l’incarico mercoledì scorso di far ripartire la squadra, ma se in quell’istante avessi saputo come sarebbe andata a finire non avrei accettato questo incarico. Noi non volevamo umiliare nessuno, non volevamo violare nessuna regola, ma semplicemente evitare di essere radiati non giocando la partita. Non ri-organizzarei quella trasferta…”.

Ma come si fa ad accettare di diventare direttore generale di una società le cui condizioni di dissesto erano sotto gli occhi di tutti? “Mi era stato messo sotto gli occhi un progetto per ripartire, l’intenzione era quella di risanare tutto e ripartire da zero. Quando sono arrivato, mercoledì scorso, qui non c’era più niente. Giovedì alle 20 è arrivato l’input della Lega affinché il Pro Piacenza tornasse a giocare. Mi era stato detto di evitare la radiazione perché non giocando domenica sarebbe stata la quarta rinuncia. Non c’erano i tempi tecnici per allestire una squadra e così abbiamo rimediato sette ragazzini, di cui cinque già tesserati circa un mese fa. Ce n’erano anche altri otto che però non sono voluti venire. Poi avevo preso anche un allenatore, ma ci hanno invalidato il tesseramento. Da venerdì a domenica non c’erano i tempi tecnici per fare altro”.

Ma in una situazione del genere, che senso ha avuto scendere in campo e mandare sette ragazzini a farsi umiliare? Che cosa pensavate di salvare? “Questi ragazzini stavano in albergo a Piacenza, pensione completa, non a spacciare droga. I genitori ieri sera mi hanno telefonato tutti ed erano felicissimi per aver visto i loro figli esordire in Lega Pro. L’idea era quella di provare a mantenere il titolo sportivo. Retrocedere, pur provando a finire in maniera decorosa il campionato, e ripartire dalla Serie D”.

E’ stata una giornata di calcio vergognosa: una partita finita 20-0, sette contro undici, il massaggiatore costretto a scendere in campo, ne abbiamo viste veramente di tutti i colori ieri…. “Intanto vorrei censurare il comportamento dei calciatori del Cuneo, a parti invertite mi sarei comportato diversamente. Noi eravamo contati, potevamo simulare un infortunio e la chiudevamo lì, invece ho detto ai ragazzi di stare in campo fino alla fine. Sinceramente mai avrei pensato che il Cuneo sarebbe arrivato a realizzare 20 gol. Guardate il Matera, anche loro nelle scorse settimane hanno giocato con i ragazzini, ma nessuno gli ha fatto 20 gol!

Riguardo al massaggiatore in campo, peraltro un ex giocatore, il discorso è che uno dei ragazzi si era dimenticato la carta d’identità a Torino e così alle 16.15 l’arbitro ci avrebbe dato rinuncia. Il massaggiatore, malgrado il dolore al ginocchio, si è messo la maglia ed ha giocato mentre il padre del ragazzo da Cuneo andava a Torino a prendere la carta d’identità. Per un po’ di minuti abbiamo giocato in otto, poi il massaggiatore è uscito”.

L’epilogo è arrivato: il Pro Piacenza perde d’ufficio tre a zero e viene escluso dal campionato di Serie C. Con il sentitissimo auspicio che eventi del genere, di umiliazione e vergogna, non si ripetano più…