Primo gol in serie A alla Ronaldo, ora Cozzolino segna in D per il Castelvetro: “Vi spiego perché”
Una progressione alla Ronaldo, quello vero, il “fenomeno”, conclusa con un accenno di “pedalada” con la quale Cozzolino scartò Antonio Mirante. Poi? “Un concentrato di emozioni che ti mandano quasi in un’altra dimensione…”. Già… Giuseppe allora aveva solo vent’anni ed era sulla bocca di tutti. Domenica scorsa durante Castelvetro-Ribelle, serie D girone D, un certo Cozzolino ha segnato una doppietta… Giuseppe, ma che ci fai tra i dilettanti?
“Una scelta di vita” – dichiara Cozzolino ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – “Il calcio si sta evolvendo a livello tecnico, tattico, fisico e una volta arrivati all’apice restarci è difficilissimo. Poi io ammetto di aver contribuito con delle scelte sbagliate, anche a livello contrattuale e nella valutazione delle squadre. Dalla serie A mi sono trovato di nuovo catapultato in serie C e lì, per tutta una serie di motivi ho preferito rimanere. Tenendo in considerazione il momento attuale del calcio ho pensato che accettare l’offerta del Castelvetro fosse la soluzione ideale per me. Mi hanno dato delle garanzie economiche e tecniche e ho deciso di sposare il loro ambizioso progetto. Sono sceso in Eccellenza e ci siamo ripresi subito la Serie D e adesso vediamo cosa succede”.
Lo “scugnizzo” di San Gennaro Vesuviano aveva impressionato tutti già da bambino: “La passione per il calcio è un fatto di famiglia. Mio padre ha giocato , anche a buonissimi livelli ed era una grande promessa, come lo sono stato io. Erano altri tempi e lui ha anche avuto ‘difficoltà’ a lasciare la Campania per trasferirsi al nord e quindi ha fatto una carriera al di sotto di quelle che erano le sue possibilità. Idolo? Sono dell’85, di Napoli, non potevo che crescere con il mito di Maradona, ma il mio modello, visto il ruolo, è sempre stato Marco Van Basten“. Bastò poco a Pantaleo Corvino per capire che si poteva trattare dell’ennesima intuizione felice: era il 2005. “Lecce significava serie A, il sogno di ogni ragazzino italiano che inizia a giocare. Il solo fatto di arrivare in un club di serie A e vivere a contatto con giocatori che fino al giorno prima avevo visto in tv per me era il massimo: non ho dormito per una settimana tanta era l’emozione. Trovai Zeman che per un attaccante, soprattutto per quelli giovani, è il top. Ti insegna i movimenti sia da esterno che da centrale, come attaccare la porta, il posizionamento: è un perfezionista. Tu scendi in campo sapendo che prima o poi ti capiterà la palla per fare gol”.
Il treno che lo avrebbe riportato in alto è passato più di una volta, ma Giuseppe ha fatto una scelta di cuore: “Sì, l’ho fatto anche per motivi familiari. Dopo alcune ottime stagioni in Lega Pro c’è stata le possibilità di salire nuovamente di categoria. Però, paradossalmente, aver fatto così bene per tanti anni in Lega Pro mi ha consentito di avere offerte molto più vantaggiose da questa serie, piuttosto che dalla serie B. In questi casi si dice che ti fanno ‘pagare’ la categoria. Vista la consistenza delle offerte che mi sono arrivate dalla Lega Pro mi ha fatto piacere ‘accontentare’ anche la mia famiglia che aveva fatto tanti sacrifici per farmi arrivare a certi livelli, piuttosto che privilegiare l’ambizione personale”. Chapeau. E giù il capello anche per la prima rete in serie A, un gol alla Ronaldo (link del video sotto): “Non lo dimenticherò mai. Tutta la giornata è stata speciale. In porta nel Siena c’era Mirante e gli avevo quasi predetto il gol durante il ritiro con la Nazionale Under 21. Come ti ho detto prima per me già era il massimo aver esordito, figuriamoci realizzare anche un gol in serie A. Vivi in pochi istanti un concentrato di emozioni che ti mandano quasi in un’altra dimensione. Tutti se l’aspettavano, Sicignano si fece settanta metri per abbracciarmi. Se ci ripenso la cosa che mi è rimasta più in mente è proprio l’abbraccio dei miei compagni: mi ha fatto capire che era tutto vero”.
Secondo gol contro la Roma: hai chiesto la maglia a Totti? “(ride) Ci ho provato, però sai bene che a lui la chiedono in tanti. Per fortuna sono riuscito a prendere le maglie di altri giallorossi, come Cassetti, Panucci, Perrotta: in fondo non mi è andata male”. A Giuseppe non sono mancate offerte neanche dall’estero: “Dopo l’anno di Como, campionato concluso con 13 gol, ci fu un’importante offerta dal CSKA Sofia. Tramite il mio procuratore e un loro dirigente si era aperta questa possibilità e ormai era tutto fatto. Poi l’affetto dei tifosi, il presidente del Como che voleva trattenermi, uniti al fatto che per la mia famiglia sarebbe stato un cambiamento radicale, alla fine abbiamo e ho deciso di rimanere. La felicità mia e della mia famiglia non ha prezzo”. Qualche soddisfazione te la sei tolta anche in Under 20: “Giocai il mondiale di categoria in coppia con Graziano Pellè e in squadra c’erano anche Nocerino, Galloppa e Viviano. Fu un peccato uscire ai quarti, mi sarebbe piaciuto affrontare l’Argentina di Leo Messi“.
Il presente dice Castelvetro di Modena: “Qui sto benissimo. Non ti nascondo che dopo aver fatto 30 gol l’anno scorso qualche offerta importante è arrivata, anche da squadre di Lega Pro. Però ho preferito stare qui, sempre per il discorso che ti ho fatto prima. A Castelvetro sono felice, la società è gestita come una grande famiglia e il clima è fantastico. Esistono per fortuna ancora club seri, che credono in certi valori e nei progetti: la squadra costruita l’anno scorso e quest’anno lo dimostrano. Poi si mangia bene, ma devo stare attento a non esagerare (ride di nuovo)”. In società c’è anche un mito del calcio italiano, Marco Ballotta: “Persona fantastica. Se un giocatore riesce a stare per così tanti anni ad altissimi livelli significa che è un campione anche fuori dal campo. E’ simpaticissimo, stimato da tutto il gruppo e tra di noi il rapporto è fantastico. Il rispetto è reciproco e grande. Ci ha dato una grossa mano da un punto di vista tecnico e organizzativo ed è una persona che stimo particolarmente”.
E il futuro, invece, che dice? “C’è un progetto con la Torino Accademy, stiamo dando una mano al settore giovanile del Castelvetro. L’obiettivo è far crescere i ragazzi sotto l’aspetto umano e calcistico. Devo ammettere che mi sto appassionando. . Non penso che in futuro farò l’allenatore dei grandi, però sicuramente mi piacerebbe rimanere nell’ambiente per gestire una scuola calcio. Per adesso però non ci penso, credo di poter fare ancora qualcosa d’importante in campo”. E la doppietta di domenica scorsa è la conferma più bella.
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