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Pressing, un gol inatteso e Ronaldo: la prima di Rangnick allo United

L’esordio di Rangnick sulla panchina dello United è stata una vittoria, per 1-0, contro il Crystal Palace

Nel 1997 Ralf Rangnick guidava l’SV Ulm, nella Serie C tedesca. L’avrebbe portato in Zweite Bundesliga e poi a un passo dalla prima serie tedesca. Di quell’anno è rimasto celebre un episodio: la sua apparizione all’interno del programma TV SportStudio. Qui, con look austero e sobrio, Rangnick spiegava al presentatore, avvalendosi anche di una lavagnetta, i suoi princìpi tattici, e soprattutto il 4-4-2 e il Gegenpressing, i veri dogmi del suo “credo” calcistico

 

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Il 5 dicembre 2021 il “Professore” ha inaugurato una nuova fase della sua vita professionale: per la prima volta sotto i riflettori (non quelli di uno studio televisivo, ma quelli di Old Trafford), Rangnick ha guidato una squadra di stelle, compresa quella forse più brillante, Cristiano Ronaldo, nel suo esordio sulla panchina del Manchester United. E non ha rinnegato i suoi princìpi

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“Ma questo non era mancino?”

Contro il Crystal Palace, il Manchester United è arrivato a produrre 11 tiri in porta nei primi 33 minuti. Senza tuttavia trovare la via del gol. Che sarebbe arrivato al 77′, con un bellissimo destro a giro di Fred, infilatosi sotto all’incrocio alle spalle di Guaita. Dopo la prima, arrembante mezz’ora, lo United aveva prodotto poco, assomigliando più alla spenta squadra che sembrava non credere più in Solskjaer. Ma una cosa non è mai mancata: quel pressing offensivo che, secondo il Guardian, “con Solskjaer i giocatori non sapevano di dover fare”. Rangnick al gol di Fred ha esultato in modo sobrio, come suo costume, con un pugno verso il cielo e un accenno di sorriso. Quello che poi avrebbe sfoggiato in zona mista: “Quando Fred ha segnato, mi sono girato verso un mio collaboratore e gli ho detto: “Ma questo non era mancino?“”. 

“Ronaldo encomiabile”

C’è un episodio che racconta meglio di altri la personalità e le idee del nuovo allenatore dei Red Devils. Quando Mateschitz, il patron della Red Bull, convocò Rangnick per dargli le chiavi della sua multinazionale del calcio, Sebastian Vettel faceva le fortune della sua scuderia di Formula 1. Mateschitz voleva capire come raggiungere gli stessi risultati anche nel calcio. Rangnick disse che era semplice: bastava creare un modello di gioco che coinvolgesse tutte le formazioni, dalla prima squadra ai pulcini, e puntare sui giovani, al primo contratto: “Saranno più disposti a fare ciò che gli chiedi“. Detto, fatto: Rangnick forgerà, direttamente o indirettamente, giocatori come Mané, Kimmich, Alaba, Haaland.

 

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Ma allo United Rangnick ha trovato un giocatore che di contratti, alle spalle, ne ha più di uno, e che non è mai stato particolarmente propenso a compromessi. “Ma io uno come Ronaldo a 36 anni suonati non l’ho mai visto”. Non solo: dopo la partita col Palace, Rangnick ha elogiato CR7 per il suo lavoro senza palla: “è stato encomiabile“.

Prima la panchina, poi la dirigenza

Rangnick ha studiato all’Università dell’Essex, e da giocatore ha anche militato in Inghilterra, al Southwick. Il suo sogno è sempre stato quello di tornarci, sull’isola, e di allenare in Premier. Ora lo ha realizzato: il suo contratto prevede 6 mesi di lavoro “a interim”, e poi il passaggio al piano superiore, nella dirigenza, per forgiare nuovi giovani campioni: ormai il suo lavoro è questo, lo hanno preso per questo. Ma nel frattempo il Professore ha un obiettivo: convertire il suo alunno più indisciplinato al dogma del pressing

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