Premier League – I 5 giovani da tenere d’occhio nel 2017
Sì, anche la Premier League è un campionato per giovani. E il nuovo anno potrà magari essere quello della consacrazione per chi nella seconda parte del 2016 ha iniziato a calcare per le prime volte i campi del campionato inglese. Esordi, quel salto in alto tanto atteso dalle giovanili e i primi minuti insieme alla prima squadra. Per qualcuno anche il primo gol tra i ‘grandi’. E adesso? Altre occasioni, altre chance per diventare stelle e non restare solo meteore. Ecco cinque giovani da tenere d’occhio nel 2017 (nati dal 1995, compreso, in poi):
Ben Chillwell (Leicester, 1996)
Una ‘Fox’ da quando aveva 12 anni. Al Leicester ci è cresciuto, giovanili e in questa stagione gli esordi con la prima squadra: in Premier, in EFL Cup e in Champions League. Un ‘figlio’ della favola Leicester del 2016: “La mentalità vincente della scorsa stagione è stato per me il più grande insegnamento. Stare nello spogliatoio insieme ad una squadra che vinceva ogni settimana è stato grandioso ed ho imparato tanto”. Terzino destro, Ranieri gli ha dato finora cinque occasioni (complice anche un infortunio alla caviglia) per mettersi in mostra e non ha mai deluso. Anche grazie alla vicinanza del capitano, e compagno di reparto, Morgan e i consigli di Schmeichel: “Tieni i piedi per terra!”.
Rob Holding (Arsenal, 1995)
Due milioni e mezzo di sterline per acquistarlo dai Bolton Wanderers, accolto con qualche dubbio dai tifosi. E un contratto fino al 2020 per questo difensore centrale classe ’95, all’occorrenza anche terzino destro. Duecentosettanta minuti nelle prime tre di campionato, sempre titolare, in coppia con Chambers o Koscielny (due volte). Poi è arrivato Mustafi ed è il tedesco che ha preso il posto accanto a Koscielny nel cuore della difesa; però nelle gerarchie di Wenger, nelle ultime tre giornate, è stato scavalcato anche da Gabriel – visto l’infortunio alla coscia di Mustafi. Ma Holding in questo 2017 cercherà nuove chance; l’età è dalla sua, le qualità ci sono. “Sì, è per questo che l’ho voluto”, ha assicurato proprio Wenger.
Mason Holgate (Everton, 1996)
Togliere il posto a Seamus Coleman non è compito semplice. Soprattutto quando non è infortunato. Titolare e in campo per 90 minuti nelle prime tre di campionato: difensore, a sinistra nella difesa a tre, largo a destra in quella a quattro. Pur di giocare, si adatta. Di nuovo dal primo minuto nel Boxing Day contro il Leicester, dopo 14 giornate di ‘Purgatorio’ in cui è sceso in campo solo per 23 minuti. Nel frattempo ha giocato nell’Under23 dell’Everton. Non una bocciatura da parte di Koeman, ma un modo per farlo giocare comunque in un periodo in cui in prima squadra non avrebbe trovato spazio. Non vede l’ora di dire ancora ‘presente’ ad una chiamata del manager olandese, versatile, si definisce “pronto, mentalmente e fisicamente” per la Premier.
Josh Sims (Southampton, 1997)
Ha iniziato nel Portsmouth ma è cresciuto al Southampton (preso a zero a 15 anni). Lo scorso novembre l’esordio da sogno: partito titolare nel tridente d’attacco – è un’ala destra, veloce e che non rinuncia al dribbling – ha firmato l’assist per il decisivo 1-0 contro l’Everton e viene eletto subito MOTM. La Premier grida al ‘predestinato’, il Southampton sorride per aver lanciato un diamante grezzo. L’attitudine all’assist l’aveva già mostrata in EFL Cup (anche se l’avversario era il Crawley Town), ma Puel dopo quella ‘prima’ in campionato gli ha dato ancora minuti: 45 in tutto contro Crystal Palace e West Brom, e un’altra maglia da titolare in Europa League contro l’Hapoel Beer Sheva. Nel palmares ha già un campionato europeo, conquistato con l’Under17 inglese.
Ben Woodburn (Liverpool, 1999)
Diciassette anni e un 2016 difficile da dimenticare. Per l’esordio in Premier League e – soprattutto – per quello in EFL Cup. Contro il Leeds gli sono bastati circa 25 minuti per entrare in campo e nella storia del Liverpool segnando un gol che l’ha fatto diventare il giocatore Red più giovane di sempre ad aver realizzato una rete in una competizione ufficiale: 17 anni, 1 mesi, 14 giorni. Superando il record di Michael Owen (17 anni, 4 mesi, 22 giorni), non certo di uno qualunque. Il 2016 come trampolino e il 2017 come anno della consacrazione? I tifosi del Liverpool se lo augurano, sicuri che con Klopp terrà i piedi per terra: “Tra le tante cose che deve fare, ce n’è una particolarmente difficile: tenersi lontano dalle attenzioni. Ho un po’ paura di voi media”.