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Prcic si racconta: “Io, il Torino, l’emozione del derby e l’amicizia con Pjanic e Dzeko. Stasera forza Roma!”

“Niente paura ci pensa la vita, mi han detto così”. E lui, Sanjin Prcic, di paura non ne ha, anzi. Gli basta poco più di mezz’ora per decidere il derby (mica una partita qualsiasi, il derby!) contro la Ternana. E una gioia, un’emozione che a distanza di giorni è ancora intensa, indimenticabile. “Beh, io vivo per il calcio”. La prima cosa che ci dice, tra un sorriso e l’altro. Vive e ama il calcio, basta guardare il suo profilo WhatsApp: la sua foto con la maglia del Perugia, la sua espressione.

L’espressione di un bravo ragazzo. Pulito, ordinato, tatuaggi e orecchini? Macché! Non ha bisogno di un ‘dragone’ sul braccio o di solarium vari per colpirti. Ti colpisce con il suo sorriso spontaneo, con la sua tranquillità. La stessa che poi manifesta in campo: regista, vecchia scuola? Forse. Buon tiro, discreta tecnica, ma soprattutto umiltà. Tanta, forse troppa. No dai, non è mai troppa. Ventitre anni il prossimo novembre, ne dimostra almeno dieci in più. Per personalità, per tenacia.

“Sono nato in Francia, in una piccola cittadina Belfort – racconta Prcic ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – da genitori bosniaci. E, infatti, ho scelto di giocare nella Bosnia. Perché? La nazionale francese mi ha solo parlato, loro invece mi hanno mostrato interesse. Ho giocato tantissimi anni a Sochaux, poi il Rennes e l’Italia. Adoro l’Italia! Il cibo, ma soprattutto visitare le città. Ieri pomeriggio sono stato a Firenze, davvero magnifica! La mia vita è il calcio. Guardo tantissime partite, cerco sempre di imparare. Il calcio e la mia famiglia che mi è sempre vicino. L’emozione più bella? Il primo gol della mia carriera, davanti ai miei genitori”.

Tra un assist e altro (“sempre con i piedi per terra, eh”), Prcic strega mezza Europa. Lo vogliono in tanti, soprattutto il Torino. Arriva in granata l’ultimo giorno di mercato. Felice, entusiasta. Finalmente l’Italia e a lui che piace molto visitare le città… Ma qualcosa non va, per Sanjin c’è pochissimo spazio, altro che libidine! Poco importa, la prende con filosofia: “Sapevo che avrei avuto bisogno di un po’ di tempo. Dopo due, tre mesi aspettavo la mia occasione, invece niente. Non è arrivata. Mi sarebbe davvero piaciuto giocare sotto la curva Maratona. Purtroppo non c’è stata la possibilità. Quando sono andato via, Ventura mi ha detto che gli dispiaceva molto. Poi non ci siamo più sentiti, invece con Nikola (Maksimovic) ho mantenuto i rapporti, sabato mi ha scritto dopo il gol”.

Ecco, il gol di sabato. Nel derby con la Ternana, in un momento particolarmente difficile per il Perugia. A pochi minuti dalla fine, roba da far venir giù lo stadio… “Sì, sono ancora emozionato. I tifosi mi hanno tempestato di messaggi, qualcosa di stupendo! E la mia esultanza (le mani alle orecchie) era proprio per loro, per sentire il loro calore. Perugia è bellissima. La città, anche se oggi piove (ride) e i tifosi. Ogni volta mi fanno venire i brividi. Il sogno? Vorrei regalare loro i play off”.

Nemmeno il tempo di vincere il derby, che Prcic è corso subito a casa. Non si perde una partita! E anche la MLS… “Eh sì, Pirlo me lo dovevo vedere. E’ una leggenda, un modello per me. Mi piace molto anche Verratti. Paragoni? No, no ci mancherebbe. Io posso solo che imparare da loro”.

Ma hai anche un altro modello. Che, poi non è solo un modello… “Sì, Pjanic. Siamo molto amici. Mi sento spessissimo con lui, Dzeko e Zukanovic. Parliamo di calcio, ci whatsappiamo. Ad Edin gli ho mandato i complimenti perché è diventato papà. Ora loro sono molto felici per i risultati, sette vittorie di fila, mica male! E stasera tutti a tifare Roma. Quanto finisce? Dico due a zero, magari segna proprio Edin. Se mi piacerebbe giocare con loro? Beh, già siamo compagni in Nazionale…”. Un dribbling degno di Pirlo, insomma. Risata generale.

Gli manca un po’ la Francia, dove vivono i suoi genitori. Magari qualche rimpianto per il Torino. Ma, niente paura Sanjin, si vede la luna perfino da qui. E tu lo sai bene…