“Never boring in Portobello Road”: la storia del club più fashion d’Inghilterra che si ispira al Venezia
La nostra intervista a Calum Opere-Hoyal, fondatore e presidente del Portobello FC: le 4mila maglie vendute in undicesima serie e gli italiani in squadra
Scendi a Notting Hill Gate dalla metro, 5 minuti a piedi e vieni trasportato in una tempesta felice di colori. La targa recita Portobello Road, non ci eravamo persi in un covo di hippy. L’appuntamento è al Sun In Splendour, un pub tutto giallo. Impossibile non vederlo da lontano. “La squadra più diversa possibile, the craziest” (la più pazza, ndr): il fondatore e presidente Calum Opere-Hoyal descrive così il suo Portobello FC. Oltre al film Nottingh Hill e alla canzone Blue Jeans dei Blur, qui nasce anche la squadra più alternativa del Regno Unito, come il quartiere che rappresenta.
4mila maglie vendute in tutto il mondo da una squadra di undicesima serie
Calum era arrivato tutto di fretta al pub perché poche ore prima c’era la partita di campionato. “Un disastro. Oggi avevamo il nuovo portiere ma in un tempo ha fatto autogol, causato un rigore e regalato la palla agli avversari sul rinvio. L’abbiamo cacciato a fine primo tempo e abbiamo messo un centrocampista in porta. Ha fatto comunque meglio (ride, ndr)”. La squadra milita nell’undicesima serie del calcio inglese (sotto la Premier League ce ne sono 13 di leghe, ndr). Ma non fatevi ingannare.
“Lo scorso anno abbiamo venduto oltre 4mila maglie in tutto il mondo: soprattutto in Messico, Stati Uniti, Giappone e Corea”. La squadra rispecchia il quartiere, e la componente della moda a Portobello è la più marcata. “Voglio che il Portobello Road sia la squadra più fashion d’Inghilterra, come il Venezia in Italia. Le maglie sono il miglior modo per mostrare la propria identità. Quindi le abbiamo fatte molto colorate, come tutta questa zona”. E non viene messa in disparte la parte social. “Siamo a 2mila follower su Instagram ma credo che possiamo crescere sempre di più. Il mio obiettivo di quest’anno è di arrivare a 10mila“.
“Tifo Arsenal ma il Portobello è sopra a tutto”
“C’è una bella energia qui”, ci racconta il fondatore del club. “Provo a portare tutto questo spirito nella squadra”. Vive qui da sempre, tranne una breve parentesi per studiare Storia Americana all’università di Birmingham. “C’è sempre qualcosa da fare. Never boring in Portobello Road“, come il motto della squadra scritto anche sulle sciarpe.
Ma come nasce il club? “Sono un grande appassionato di calcio e volevo fare qualcosa per il mio quartiere. Ci ho lavorato per 4-5 anni. Tifo Arsenal ma, da quando l’ho fondato, il Portobello è sopra a tutto. Volevo anche iniziare un mio business e Portobello è il posto migliore per farsi conoscere“. La strada infatti è trafficata da molti turisti da ogni parte del mondo, nonostante fuori ci siano 6 gradi. “Nessuno in Inghilterra ha ispirato questo progetto, volevo fosse il più diverso possibile, qualcosa di nuovo. Tutte le influenze sono venute da fuori”.
L’energia magica di Portobello Road
Fare il presidente di un club a 29 anni non è la cosa più semplice del mondo. “Tanto tanto lavoro ogni giorno. Un sacco di cose andranno male, ma bisogna farci l’abitudine e imparare dagli errori. Il mio obiettivo è comunque quello di mantenere il club in maniera sostenibile ma allo stesso tempo essere competitivi”.
Quel portiere di cui parlavamo era arrivato lo stesso giorno della partita, mai visto prima. Infatti chiunque vuole può giocare con il Portobello FC. “Abbiamo tre allenatori e giocatori da ogni parte del mondo: austriaci, americani e anche italiani“. Tutti molto giovani, ora sono a metà classifica.
Una birra, una lunga chiacchierata e salutiamo Calum. Dopo questa storia, Portobello Road sembra avere dei colori diversi, più euforici. Torniamo a casa con le sciarpe del Portobello Road FC al collo e la gente in aeroporto ci chiede che razza di squadra sia. Sorridiamo, consapevoli di aver scoperto un mondo fuori dal normale.