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“Play-off? Ci hanno invitato al ballo, noi ci proviamo…”. Rende, il ds Martino racconta i segreti del piccolo club calabrese

Umiltà, professionalità, competenza, dietro il Rende dei miracoli ci sono professionisti seri e favole nelle favola, come quella di Giovambattista Martino. Dalla scorsa stagione le rose a disposizione di Bruno Trocini vengono allestite dal ds di Crotone, che con i suoi 27 anni è il più giovane dalla serie A alla serie C. Un anno e mezzo di successi, iniziato con la serie D riacciuffata all’ultimo, la promozione al termine dei play-off e il quarto posto nel girone C della serie C, davanti a tutte le altre calabresi.

“Un periodo super positivo” – dichiara Martino ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – “L’anno scorso siamo arrivati secondi vincendo i play-off con tanti giocatori proveniente da categorie inferiori quali Eccellenza e Promozione. Quest’anno il discorso è simile, abbiamo iniziato in ritardo rispetto alle altre società per via del ripescaggio, ma siamo sorprendentemente quarti ed è sicuramente una bella realtà per tutti. Guardiamo partita dopo partita, ma è chiaro che una volta che ci hanno invitato al ballo proveremo ad essere all’altezza: nel calcio nessun obiettivo è precluso a priori”.

Dal rischio Eccellenza al sogno serie B, con budget da obiettivo salvezza: “Anzitutto ci tengo a dire che abbiamo solo giocatori di proprietà e credo che sia raro per una squadra di serie C. Unica eccezione Giuseppe Cuomo, che a gennaio abbiamo preso in prestito dal Crotone. Il budget era quello di una neopromossa: gli ingaggi dei giocatori sono tutti al minimo o poco più. Appena vinto i play-off siamo stati rassicurati dal nostro presidente che il ripescaggio ci sarebbe stato e dunque già da giugno-luglio abbiamo lavorato in ottica Serie C. La differenza più grossa rispetto al Campionato Nazionale Dilettanti è data dall’acume tattico e dal maggior tasso tecnico delle avversarie, oltre che a differenze di budget e bacini d’utenza”.

Torniamo a te… Come è nata questa passione? “C’è da sempre… Dopo il Liceo Scientifico ho fatto subito l’esame da procuratore, perché avevo la grande voglia di fare parte di questo mondo pur non avendo mai giocato a calcio. Poi l’anno scorso è arrivata la chiamata dal presidente Coscarella e ho cercato di avere il miglior approccio possibile con questo incarico. Durante la settimana ho un calendario fittissimo, mi aggiorno, seguo partite, anche 4-5 al giorno, di tutte le categorie. Questo è stato un grande aiuto nel momento in cui abbiamo cambiato categoria e mi sono affacciato in un nuovo mercato. Da due anni ho abbandonato il ruolo di agente fifa perché dopo la chiamata del Rende ho capito che non potevo mantenere i piedi in due staffe. Lavoravo tramite procure date dalle società, quindi un incarico propedeutico al ruolo di direttore sportivo: facevo consulenze ai club piuttosto che ai giocatori”.

E i risultati non si sono fatti aspettare… tanti i gioiellini del Rende seguiti da club di serie A e B: “Sanzone, Godano, Blaze, Laaribi… tutti giovani interessanti che iniziano a fare gola a società di categorie superiori. Al momento ci sono state solo chiacchiere e interessi verbali, ma pensiamo nel mercato di giugno di piazzare questi giocatori in club importanti. In entrata, invece, dato che tutto è funzionato alla perfezione abbiamo scelto di fare solo qualche aggiustamento. Come detto abbiamo preso il ’98 Cuomo, difensore che già l’anno scorso ha debuttato in serie A con il Crotone. Poi è tornato Ferreira, che quest’anno aveva iniziato la stagione nella Sicula Leonzio“.

Rende è la città Natale di un certo Mirabelli, che ha fatto parte della storia del club: ti ispiri a lui? “Sono paragoni che non si possono fare perché erano periodi, budget e situazioni totalmente diversi. E’ chiaro che chiunque inizia con questo lavoro vede come traguardo il massimo, ossia il Milan e squadre simili, dove è arrivato Mirabelli. Però ognuno di noi ha la propria identità e la sua storia: spero di arrivare un giorno anche io al top”. Intanto l’esame a Coverciano per il patentino da ds è andato alla grande… “Sì, molto bene, è stata una delle tesi più apprezzate, ho superato abbondantemente il 100. La tesi aveva come titolo “Correlazione tra talento e neuroscienze” un argomento che mi ispirava parecchio”.

Il più giovane ds del professionismo, anche questa bella soddisfazione, vero? “Per me che non provvengo dal mondo del calcio è una grandissima soddisfazione, soprattutto perché gli attestati di stima arrivano da grandi del settore: è motivo di orgoglio. Colleghi più apprezzati? Io sono di Crotone e non posso che avere come riferimento Peppe Ursino che reputo un grandissimo professionista. Con i rossoblù abbiamo instaurato una partnership importante, anche se ho amicizie un po’ in tutte le società e categorie, rapporti che vanno al di là del lavoro, di stima reciproca. Poi Fabio Paratici e Cristiano Giuntoli sono altri addetti punto di riferimento per me. Pregiudizi? Nel Rende no, anzi. E’ il nostro punto di forza essere una società giovane e con grande voglia di arrivare, ambiziosa”.

Idolo e squadra del cuore? “Quando ero piccolo mi piaceva tantissimo Del Piero, ma la squadra del cuore è il Crotone, il club della mia città”. Come si vive un derby calabrese? “A mille (ride), sono speciali. Per il momento sono andati bene perché abbiamo vinto i due con la Reggina, quello con il Catanzaro e pareggiato con il Cosenza: siamo imbattuti. Si sentono perché il Rende è la sorellina minore di tutte le calabresi, la piazza più piccola come bacino d’utenza. Dà grande soddisfazione confrontarsi con club della stessa regione e in particolare con il Cosenza che appartiene alla stessa area urbana: inutile negarlo”.

Futuro? Un giorno ti vedi ds di uno dei top club del nostro campionato? (altra risata) “Magari! Per il momento sono onorato e orgoglioso di fare parte del Rende, perché mi rendo conto che a 27 anni mi hanno dato un’opportunità unica e non posso che essere eternamente grato. L’ambizione, come in qualsiasi professione immagino, è quella di arrivare al massimo, e arrivare al massimo significa nel mio caso arrivare un giorno ad allestire una squadra che giochi la Champions. Ma stiamo parlando di sogni, piedi per terra”. Intanto Martino fa “sognare” Rende, che dopo averla sfiorata a metà degli anni ottanta, adesso inizia a credere a una clamorosa promozione in serie B.