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‘Etichette’, intensità e difesa! Favola Cagliari, Pisacane: “La Nazionale un sogno”

“Dicevano fossi troppo basso per marcare un giocatore come Andrea Caracciolo, in Serie B”. Ma c’è di più. “Dicevano che in B avrei fatto benino ma che la Serie A sarebbe stata impossibile da raggiungere”. Dicevano. Peccato che Fabio Pisacane, oggi, tenga a bada un gigante come Dzeko e abbia sommato 90 presenze nella massima categoria. Qualcosa da aggiungere? Sempre Pisacane in persona: “Siamo figli di etichette. Io sono partito dalla Serie C e sono arrivato in Serie A grazie al lavoro, grazie a tutto quello che ho dimostrato”. Il Cagliari vola che è una favola – 21 punti in classifica come Atalanta e Lazio e dietro solo a Roma, Inter e Juventus – e Fabio svela qualche segreto. “Siamo spensierati, la viviamo giornata dopo giornata. Non so dirti quale sia la formula magica: se la testa, leggera, oppure la condizione fisica o magari i nuovi acquisti. Dico solo che bisogna solo continuare così. Ci alleniamo con tantissima intensità. Siamo un gruppo pieno di giocatori che si fanno rispettare”.

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Gruppo tosto, un allenatore che gestisce e infonde sicurezza e una difesa di ferro: appena 10 gol subiti in 11 giornate. Con Pisacane, centrale, che ha fermato Inglese, Lozano e Mertens (è uno dei pochissimi napoletani ad aver vinto al San Paolo da avversario), Dzeko, Zaniolo, Belotti, Muriel. Anni sulla carta d’identità: 33. Ma non chiamatelo ‘vecchio’. “Ho fatto 8 gare senza mai fermarmi, tutte 90’, a ritmi altissimi”. Il segreto? Forse la musica che si ascolta in spogliatoio. “Chi arriva prima, collega il telefono e decide la playlist. Tra Castro, Simeone e Nandez direi che va molto il sound sudamericano”. Fabio però preferirebbe quello totalmente italiano. “Ci speri nella Nazionale? Sarebbe un sogno, esaudirei il desiderio che avevo da bambino. Normale, per chi non lo è? Tutti quelli che hanno indossato quella maglia almeno una volta mi ha detto che non è un momento banale. Percepisci qualcosa di diverso, non c’è nulla di più bello. Speriamo che il ct Mancini abbia dato un occhiatina a come gioca questo Cagliari!”.

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La terra di Fabio, anche in futuro. “Ho comprato da poco casa qui perché intendo vivere in Sardegna anche in futuro. È un luogo dove per dieci mesi all’anno c’è un clima mite. Recentemente siamo stati a Bergamo per sfidare l'Atalanta e ci siamo resi conto di essere a novembre. Pensa che a Cagliari, oggi, si fa fatica ad indossare un piumino”. Già. Anche perché lassù, così in alto in classifica, un po’ di caldo ne fa.