Pisa, Touré: “Futuro? Vedremo, ora sono felice. Gilardino un grande allenatore”

Nella rosa nerazzurra è l’uomo del momento. Tra Gilardino, il futuro e la religione, Touré si racconta
Uno stacco perentorio, un gol che è già storia. Grazie al suo colpo di testa Idrissa Touré ha deciso la partita contro la Cremonese. un risultato storico per il Pisa, che è così tornato alla vittoria in Serie A a trentaquattro anni di distanza.
“Me lo sentivo, già dal giorno prima. Gilardino mi aveva detto che avrei segnato e di credere in queste cose. Durante la partita e, soprattutto nell’intervallo, ho parlato da solo ripetendomi che avrei segnato. Sono molto contento che ciò sia successo, proprio come volevo. Contento anche per Tramoni per il grande assist. Non avrei potuto immaginare di meglio“. Queste le dichiarazioni del giocatore in occasione del media day organizzato dal club.
Un gol che ha consegnato Touré nella leggenda del club, essendoci già entrato in seguito alla promozione. Quella in corso è la quinta stagione con la maglia del Pisa: “Da quando sono qui sono sempre stato accolto bene. Ho da subito sentito l’amore del pubblico. Mi supportano continuamente, lo apprezzo molto. Sono arrivato a ventitré anni, ora ne ho ventisette. Sono successe tante cose.. Adesso devo continuare a crescere“.
L’esterno classe 1998 non si è sbilanciato sul suo futuro. Il contratto con il Pisa ha la scadenza nel 2028. “Non posso ancora parlare troppo di futuro. Vediamo che succede. Io vivo il momento, e sono molto felice“.
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Il rapporto con Gilardino, la paternità e la religione: a tutto Touré
Da due mesi a questa parte la vita di Idrissa Touré è cambiata, dopo la nascita del figlio. “Nelle prime due, tre settimane mi sono abituato con gli orari, su quando dormire e quando no. Mia moglie mi aiuta tanto, sono pronto a dare tutto ciò che ha bisogno. Io ho poco tempo, non so, trenta minuti al giorno. Mia moglie se ne occupa spesso. Quando è “trankilo” sono con lui (scherza, ndr). E’ grande! Sei kili adesso, mangia tanto…“.
Momenti alti, altissimi, come quello in corso, ma anche momenti bassi. Touré ha ripercorso i suoi anni al Pisa. “Appena arrivato feci bene sei mesi, mentre il resto della stagione andai in panchina, e non fui bravo a gestirla. Il secondo anno, quindi, giocai bene, ma mi feci male alla tibia. Il terzo, con Aquilani, non ho giocato tanto. Quello l’anno più difficile, ma ho sempre creduto in me. Negli ultimi due campionati ho capito come voglio giocare. Mentalmente sono al 100%“.
Sì, una carriera cambiata da un cambio ruolo. Non più centrocampista, nel 2024 Tourè è diventato un ma esterno: “Inzaghi in ritiro prima di un’amichevole mi provò lì. Credeva che avrei potuto farlo. Gli risposi dicendo che avrei giocato ovunque mi avrebbe messo. Per le mie caratteristiche è il ruolo ideale“. In testa l’obiettivo di gol è chiaro: “Come la scorsa stagione: almeno sei. Forse anche di più“.
Adesso, con Gilardino il rapporto è ottimo. Già in stagione ha dichiarato come l’allenatore gli abbia “cambiato il modo di vedere il gioco”. Ma è andato oltre: “Mi migliora nella lettura della partita. Lui è molto bravo in questo. Nel saper leggere le situazioni, come usare il corpo, dettagli molto importanti. E’ un grande allenatore“.
Un tema importante è quello relativo alla religione. Elemento dal peso specifico rilevante nella vita di Tourè: “Sono musulmano. Già da piccolo i miei genitori mi hanno insegnato il Corano. E’ una cosa che è sempre nel mio cuore. Ho molta fede e provo a comportarmi secondo i dettami della mia religione. Mi aiuta molto. Sono convinto che dopo la vita ne arriverà un’altra. Non è importante solo il calcio nella vita“. Anche la società rispetta molto questo aspetto: “Mi aiuta tanto. Durante il ramadan il nutrizionista mi segue, mi dà le vitamine giuste. Un elemento che aprezzo”.