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Pioli: “Dopo il Milan non mi sembrava giusto allenare in Italia”

L’ex allenatore rossonero Stefano Pioli si è raccontato in un’intervista a “La Gazzetta dello Sport”

Stefano Pioli, dopo il suo addio al Milan, ha avuto modo di riabbracciare ed emozionarsi con i suoi vecchi ragazzi nella notte araba di Supercoppa a Riad. “Bello, stima e rispetto: sono rimasti come li avevo lasciati”.

L’ex allenatore rossonero, che da settembre 2024 è allenatore dell’Al-Nassr di CR7 e compagni, ha ripercorso in un’intervista a “La Gazzetta dello Sport” gli anni a Milano, parlando anche della sua nuova vita araba.

“In cinque anni con il Diavolo, ho dato tutto”: 

Di seguito, le parole dell’ex allenatore del Milan.

Pioli si racconta

Pioli ha iniziato la sua intervista parlando della sua nuova vita in Arabia: “È come quella di un regolare professionista. Dalle 7.30 alle 16:30 sono al campo d’allenamento, vivo a circa 30 minuti dal nostro centro sportivo. Cerco sempre di arrivare prima agli allenamenti, ma Ronaldo mi batte. Se sono lì mezz’ora prima, lui arriva con 25 minuti di anticipo. È un perfezionista che pretende tanto da sé e dagli altri. Vive la squadra: aiuta, consiglia. Il campionato qui è di un livello più alto di quanto pensassi: 6-7 squadre possono stare in Serie A, 3-4 si giocherebbero la zona Champions”. 

Ha poi parlato del suo vecchio Milan: Theo è un bravo ragazzo, non c’è stato un solo giorno in rossonero in cui io non lo abbia spronato. Non esiste nessun altro terzino sinistro al mondo capace di spostare le partite come fa lui. Leao? A furia di criticarlo si perde di vista un ragazzo che è in realtà in continua crescita. Resto assolutamente convinto che lui possa diventare fortissimo. Reijnders sta invece tirando fuori adesso tutti i gol che ha dentro. Glielo dissi all’epoca, lo martellavo: “Tij, ti tirerò fuori tutti i gol che hai dentro”. Con la società invece sono rimasto in contatto: Ibrahimovic mi ha scritto quando ho firmato per l’Al-Nassr, ci siamo riabbracciati qui a Riad. Con Maldini e Massara anche, ci sentiamo. Ho lavorato bene con due persone oneste e molto competenti. Offerte dall’Italia dopo il Milan? Ci sono state, ma dopo l’avventura in rossonero non mi sembrava giusto allenare in Italia“.