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Pescara, Muntari: “C’erano i cori razzisti, ma sono arrabbiato con l’arbitro. Doveva avere il coraggio di fermare la partita”

È un Sulley Muntari più deluso che arrabbiato con i pochi pseudo tifosi che si sono resi protagonisti dei cori razzisti contro di lui: “Avete visto tutti quello che è successo. I tifosi facevano i cori durante il primo tempo”. Il ghanese ha anche tenuto un comportamento esemplare, prima di esplodere nella reazione finale, più che giustificata: “C’era un bambino piccolo che li faceva con i genitori vicino. Allora sono andato lì e gli ho detto di non farlo. Gli ho dato la maglia, per insegnare che non si fanno queste cose. Serve dare esempio per farli crescere bene”.

Un episodio che si è ripetuto anche dopo e che ha avuto l’epilogo dell’abbandono del campo, non tanto per i cori, ma per l’atteggiamento dell’arbitro: “Poi nel secondo tempo è successo con la loro curva e ho parlato con l’arbitro. E lì mi ha fatto inca… Mi ha detto che non dovevo parlare con il pubblico. Gli ho chiesto ‘ma tu non hai sentito?’ Ho insistito dicendogli che doveva avere il coraggio di fermare la partita. L’arbitro non serve solo a stare in campo e fischiare, deve fare tutto. Anche sentire queste cose ed essere da esempio”.