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“Perché 10 argentini? Sono forti, umili e danno l’anima”. Troina, tutti i segreti del “gioiello” della Sicilia

“Adesso crediamo nella serie C: siamo convinti che i ragazzi possano regalarci il professionismo”. Troina ci crede, per il piccolo comune in Provincia di Enna, arrampicato a 1.200 metri d’altitudine e con una popolazione di circa 10 mila abitanti, la promozione nell’ex Lega Pro non è un sogno. Primi nel girone I della serie D, tra i boschi e i pascoli del Parco dei Nebrodi, hanno trovato l’ambiente ideale una colonia di 10 argentini, rafforzata dallo spagnolo ex giovanili del Barcellona e dell’Atletico Madrid Aitor Ruano. Ma in realtà il Troina è una vera e propria multinazionale, dato che in rosa ci sono anche il portiere belga Simon Van Brussel, i brasiliani Krueger e Correa, l’albanese Elton Meta, il francese Kahumba, il bomber senegalese Moudou Diop e l’attaccante nigeriano Souarè: un totale di 18 stranieri. Ma come si fa a convincere ragazzi che arrivano dai alcuni dei club più importanti del mondo a scegliere la serie D? GianlucaDiMarzio.com l’ha chiesto a uno degli artefici di questo “miracolo” sportivo, il ds Dario Dell’Arte.

Primi campioni d’inverno d’Italia insieme al Rieti, sette punti di vantaggio sulla Nocerina seconda, ci racconta qualche segreto? “Eh no! Siamo gelosi dei nostri segreti, non te li dico! (ride) Scherzi a parte la nostra grande forza è un grande presidente e un gruppo di ragazzi unito e con dei grandi valori umani” – dichiara Dell’Arte – “Qui ognuno fa il proprio dovere e si rema nella stessa direzione. Ma non è ancora finita, manca ancora tutto un girone. La squadra che mi ha impressionato di più è la Vibonese. Poi c’è la Nocerina che ci segue in classifica e che purtroppo ha vinto lo scontro diretto”. Vi immaginavate un impatto del genere con la serie D? “Sapevamo che la squadra poteva fare un buon campionato, vista la qualità dei giocatori. Ma siamo andati ogni più ottimistica previsione e adesso siamo consapevoli che ce la possiamo giocare con tutti e possiamo ambire alla promozione: crediamo alla Serie C. Abbiamo fatto degli acquisti mirati per poter migliorare l’organico e siamo convinti che i ragazzi possano regalarci questa grande soddisfazione”.

Dieci argentini in rosa, come il Catania del periodo d’oro (2009-2013), come mai questa scelta? “E’ una situazione che si è sviluppata con il tempo. Fino a questo momento è una decisione che si è rivelata vincente, perché questi ragazzi argentini oltre ad avere grandi qualità tecniche si mettono completamente a disposizione delle esigenze della squadra: sono molto umili e in campo danno l’anima. L’allenatore ha trovato la soluzione giusta per farli rendere al 100%”. Melillo e Vazquez hanno giocato la Primera Argentina, cosa li ha convinti ad accettare? “Perché qui si era già creato un gruppo di argentini nelle passate stagioni ed erano amici di Melillo: ci hanno messo poco a convincerlo. Vazquez lo conosceva bene Mariano Del Col e siamo riusciti a coinvolgerlo e i risultati ci dicono che si sono rivelate delle scelte vincenti. Federico ha avuto qualche problema da risolvere ma nel girone di ritorno sarà a nostra disposizione”.

Budget di inizio stagione? “Era quello di una squadra di medio livello della serie D, sono state la mentalità e le idee, invece, a determinare questo risultato. Siamo partiti con l’intenzione di fare un grande campionato e le motivazioni stanno facendo la differenza. Molti dei nostri ragazzi sono seguiti da squadre importanti, ma la nostra speranza è, in caso di promozione, di tenerli tutti e fare un grande campionato in Serie C”. E del “mago” Giuseppe Pagana cosa può raccontarci? “E’ il nostro vero top player, un allenatore straordinario con delle grandissime conoscenze tattiche. Si dedica totalmente alla squadra, ha dato un’identità, la sua impronta e i ragazzi lo seguono come se fosse vangelo. Questa empatia tra giocatori e allenatore si vede in campo: eseguono alla lettera le sue istruzioni”.

Bilancio del mercato di dicembre? “Abbiamo cercato giocatori che sapevamo avrebbero migliorato la nostra rosa. Puntiamo su ragazzi poco conosciuti, che non hanno un nome, ma di sicuro talento. In campo devono rendere al 100%, devono avere voglia di arrivare”. Qualcosa si è già mossa anche con le istituzioni, ben presto il Troina avrà un nuovo stadio: “Sì, il credito sportivo ci ha finanziato un milione e mezzo di euro per un nuovo impianto: se centreremo la promozione saremo attrezzati per affrontare la Serie C. Le istituzioni ci sono vicine, il nostro pubblico pure, adesso non ci resta che affrontare il girone di ritorno con lo stesso spirito”. Troina ci crede, la serie C non è solo un sogno.