Pazzini, tra il presente al Levante e il passato: “Verona ferita aperta. Per me viene sempre prima la persona e deve essere rispettata”
“Questo campo è fantastico. Lo curano in maniera maniacale”. Giampaolo Pazzini è a casa sua. Sul terreno di gioco dello stadio del suo Levante si racconta, tra il presente in Liga e il passato, quel divorzio dal Verona su cui stasera – durante la trasmissione L’Originale – è tornato per la prima volta dal trasferimento: “Verona è una ferita aperta per me. Le dimissioni di Fusco? Fuori luogo, invece che una presa di responsabilità è stato un atto per togliersi le responsabilità. Trovarsi da un giorno all’altro da titolare e capitano a non essere più considerato mi ha fatto male a livello umano. Per me viene sempre prima la persona e va rispettata”.
Da qui la scelta di salutare la Serie A: “Avevo voglio di fare un’esperienza, conoscere un campionato nuovo e bello come la Liga”. Impossibile non ricordare l’esordio (con gol) contro il Real Madrid: “E’ stata un’emozione incredibile. Arrivare in 48 ore, giocare contro il Real, entrare, esordire e fare gol alla fine… La metto tra le prime 5 emozioni della mia carriera. Qui c’è una mentalità particolare, a volte può essere che non sei convocato ma la giornata dopo giochi titolare. La panchina qui è composta da 18 giocatori. Sono persone comunque leali e corrette, per me questo è l’importante”. Rete e quell’esultanza inconfondibile… che nasce da lontano: “E’ iniziato tutto tantissimi anni fa a Firenze con Luca Toni, lui faceva il gesto con la mano vicino all’orecchio e poi ho iniziato per gioco io con le dita vicino agli occhi come a dire ‘Ci vedete?'”.
Real sulle prime pagine di tutti i quotidiani europei dopo la vittoria di ieri sulla Juventus e per quel gol da cineteca di Cristiano Ronaldo. E dopo qualche mese in Spagna, Pazzini ormai già conosce bene la forte rivalità delle ‘merengues’ col Barcellona: “Enorme, è una bolgia! Quando devi giocarci contro ti fai il segno della croce e speri di trovarle in condizioni precarie. Noi lo troveremo a due giornate dalla fine, speriamo abbiano già vinto… Per loro comunque è diversa la sensazione, ti fa meno paura e qua c’è una mentalità diversa, quella di giocarsela sempre. Poi magari perdi perché sono più forti. Ma per loro meglio perdere 5-0 che 1-0. La rovesciata Ronaldo allo Stadium? Mi sarei unito ai tifosi della Juve. Un gesto così va solo applaudito”.
Spazio poi a qualche considerazione sul VAR che sarà adottato in Liga solo la prossima stagione: “All’inizio ero scettico. Ora dico che non si può giocare senza il VAR. Qua c’è ancora la polemica in mezzo al campo e perdi tanti minuti con le proteste. Magari c’è da modificare la tempistica ma ha rasserenato molto gli animi in campo. Ha portato più tranquillità e i giocatori reagiscono meglio alle decisioni del VAR”.