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“Preferisco un 4-4 a uno 0-0”: come giocherà il nuovo Bari di Pasquale Marino

Come giocherà il Bari di Pasquale Marino? L’analisi

Come giocherà il Bari di Pasquale Marino? È la domanda che si fanno i tifosi biancorossi dopo la notizia dell’esonero di Michele Mignani, l’allenatore della promozione in Serie B e della Serie A sfiorata nello scorso giugno, e dell’arrivo sulla panchina biancorossa del 61enne di Marsala. Ritenuto “un maestro” da Ciro Polito, assicura chi è vicino al direttore sportivo biancorosso, e voglioso di rimettersi in gioco a quasi due anni dall’ultimo incarico in B, quello alla guida del Crotone. Il contratto fino a giugno del 2024 con opzione di rinnovo sintetizza le intenzioni.

 

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«Il calcio è emozione»: il calcio di Pasquale Marino

 

Per decifrare il calcio che Marino vorrà proporre a Bari c’è da guardare nello specchietto retrovisore. Si scorrono le esperienze con Milazzo, Ragusa, Paternò, Foggia, Arezzo, Catania, Udinese, Parma, Genoa, Pescara, Vicenza, Frosinone, Brescia, Spezia, Palermo, Empoli, Spal e Crotone. Un viaggio lungo più di 25 anni, passato per ben 653 partite vissute da allenatore tra i professionisti, 894 gol fatti e 837 incassati dalle squadre guidate da Marino. Numeri che lasciano trasparire la vena offensiva impartita ai giocatori allenati. «Il calcio è emozione, per me è importante giocare bene – è lo stile di pensiero che ha sempre accompagnato Marino sul campo – guardo gli avversari per capire quali possono essere i loro punti deboli dove posso trarre qualcosa: voglio un calcio propositivo che non dipenda da numeri di rosa». Un concetto che lo accompagnerà anche a Bari.

 

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Tridenti ispirati e dove trovarli: da Catania a Udine

 

I tre attaccanti sono stati a lungo un dogma nella carriera di Marino: così ha conquistato tre promozioni con Paternò (dalla D alla C2), Foggia (dalla C2 alla C1) e Catania (dalla B alla A nel 2007). Nella cavalcata alle pendici dell’Etna c’era in squadra Polito, che 16 anni dopo da ds lo ha scelto a Bari. Soprattutto c’erano Spinesi (23 gol), Del Core e De Zerbi a formare il tridente avanzato. E proprio Roberto De Zerbi, oggi allenatore del Brighton che più volte ha indicato nell’allenatore siciliano il suo riferimento in panchina. Chissà che l’ispirazione non possa essere reciproca ora che Marino è pronto a rimettersi in gioco a Bari: il suo vice Massimo Mezzini negli scorsi mesi è stato più volte nell’East Sussex per seguire gli allenamenti guidati da De Zerbi. Catania fu rampa di lancio per l’esperienza in cui Marino ha toccato i risultati miglori, quella di Udine. Sua la firma sui quarti di finale di Coppa Uefa ottenuti dall’Udinese nella stagione 2008/09, con il tridente Pepe-Di Natale-Sanchez a rubare l’occhio.

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Photo credits: Tess Lapedota

 

Il nuovo Bari di Marino: tra il 4-3-3, il 4-2-3-1 e la difesa a 3

Il tridente potrebbe essere un’opzione anche per migliorare lo score offensivo del Bari: solo otto i gol segnati dai biancorossi nelle prime nove giornate di campionato, 10 in meno di quelli realizzati l’anno scorso allo stesso punto della stagione. Nei piani di Marino potrebbe esserci il rilancio degli esterni in squadra: Achik, sin qui impiegato per 45′ e sempre da subentrante, a destra, e Morachioli a sinistra. Con gli uomini a disposizione non è da escludere il 4-2-3-1: modulo che libererebbe una casella per uno tra Aramu e Sibilli (o Bellomo) al centro della trequarti e prevederebbe l’impiego di uno tra Nasti e Diaw in attacco. In mezzo al campo, in attesa del recupero di Maita, ecco Acampora, Koutsoupias, Maiello e Benali –  gli ultimi due già allenati da Marino alla pari di Vicari – si contenderebbero due posti. In alternativa ecco il 3-4-3, modulo spesso utilizzato soprattutto in A, che  garantirebbe una maglia in difesa a uno tra Pucino, Zuzek e Matino e permetterebbe a laterali come Dorval e Ricci (o Frabotta) di essere più liberi da compiti difensivi. Accorgimenti tattici necessari per cambiare volto una squadra che non vince dal 26 agosto. E che ora passa nelle mani di Marino: un allenatore che per sua stessa ammissione gioca sempre per vincere ma preferisce “un 4-4 a uno 0-0“.