#ParmaVenezia, ricordi ne abbiamo? Da Buffon a Recoba, la top 11 della nostalgia
Metti un match di Lega Pro, tarda sera. Metti il Parma, il Venezia e Pippo Inzaghi allenatore (oggi in campo alle 20.30). Nostalgia canaglia. Piazze da Serie A, diciamolo. Piazze che ne hanno viste di tutti i colori. Retrocessioni, fallimenti, ripartenze. Col Parma anche re d’Europa. Oggi sono entrambe in Lega Pro, condannate a vincere. Si gioca, tutto pronto. Prima, però, un rewind veloce veloce. Andiamo a vedere quali sono stati i giocatori più importanti di Parma e Venezia durante quei favolosi anni ’90 e inizio anni 2000. Figurina d’obbligo. Da Buffon a Recoba, ecco la top 11:
GIANLUIGI BUFFON (Parma, 1995-2001)
- Non ha bisogno di presentazioni. Esordì 17enne contro il Milan, uno come tanti. Col tempo divenne leggenda. Sei anni a Parma, 220 presenze e 3 trofei (tra cui la Coppa Uefa, l’unico internazionale). E nel 2001 la Juve lo fa diventare il portiere più costoso di sempre (75 miliardi di lire, mica bruscolini). Oggi è ancora lì, highlander. Campione del Mondo.
LILIAN THURAM (Parma, 1996-2001)
- Dalla Guadalupa con furore. E tanta, tanta corsa. Sostanza, quantità, pochissimi gol. Anche se quella doppietta ai Mondiali di Francia ’98, in semifinale contro la Croazia, resta indelebile per tutti: “Quando non ci sarò più, quei due gol verranno ricordati”. Arrivò al Parma per 10,5 miliardi, se nè andò qualche anno dopo per 70. Insieme a Gigi. Ha fatto le fortune di Juve e Barcellona. Era in campo, da titolare, nella finale mondiale del 2006. Sorte avversa. Pazienza, c’è sempre Euro2000. Motorino.
FABIO CANNAVARO (Parma, 1995-2002)
- Altro giro, altro Campione del Mondo. Capitano d’altri tempi: “Caaaannavaro!”. “Poi ancora insiste Podolski, Cannavaro!”. Icona di quel Mondiale e Pallone d’Oro da difensore. Uno dei migliori mai visti in Serie A. Cresce nel Napoli, esplode nel Parma (288 presenze e 5 gol in 7 anni). Poi l’Inter, la Juve e il Real Madrid. Vince quasi ovunque, ma l’ultima gara della carriera la gioca a Dubai. Oggi se n’è andato in Cina. E’ l’allenatore del Tianjin Quanjian.
STEFANO BETTARINI (Venezia, 1999-2002; Parma, 2005)
- Capelli al vento, qualche cross fatto bene. #Machenesanno i 2000. Terzino di spinta, nulla più, un paio di buone stagioni (7 gol col Venezia). Oggi ha cambiato vita. Showman, ballerino, opinionista, inviato, concorrente del Grande Fratello Vip. Un bomber, direbbero i più. Sempre dietro a qualche donna (è l’ex marito di Simona Ventura), un habituè della tv. Una volta ritirato, si è dedicato a tutt’altro. E pare che alla fine gli sia andata meglio.
ALVARO RECOBA (Venezia, 1998-99)
- Una sola stagione al Penzo, è bastata. Stilettate e gol d’autore, dribbling e giocate. In allenamento era svogliato, correva poco. Dovevi tirarlo giù dal letto per portarlo al campo. Corsa? Figurati, mai nella vita. Novellino si “incazzava” pure, ma la domenica, in partita, la risolveva sempre lui. 19 presenze e 11 gol da gennaio a maggio. La salvezza porta la sua firma, poche storie. Si è ritirato da pochi mesi, lasciando il mondo con una domanda a cui nessuno ha mai saputo rispondere: e se fosse stato più continuo? Rimarrà il mistero.
FRANCESCO PEDONE (Venezia, 1997-2001)
- Non rubava l’occhio. Centrocampista di sostanza, uno che menava. Rompeva il gioco e la dava via. Tanto quell’anno lì, quello della salvezza e Zamparini presidente, c’erano Recoba e Pippo Maniero a deliziare il pubblico. Ha giocato anche in altre piazze (Bari, Como, Sampdoria), ma a Venezia ha lasciato il cuore. E forse gli anni più belli della sua carriera: 10 gol e 147 presenze tra il ’97 e il 2001. Oggi allena la Primavera della Samp.
JUAN SEBASTIAN VERON (Parma, 1998-99)
- Anche qui, come per Recoba, è bastato un solo anno per far innamorare tutti. Visione di gioco e qualità, tecnicamente è inutile discutere. Palesemente uno dei centrocampisti più completi di sempre (26 presenze, 1 gol nel suo anno al Tardini). Parma, Lazio, Inter. Ogni squadra, una lettera d’amore per tifosi e compagni. Vedeva spazi che altri non vedevano. E oggi, a 41 anni, si è rimesso gli scarpini per giocare ancora con l’Estrella Berisso. Ah, fa pure l’allenatore. Tanto per non farsi mancare niente. Metronomo vero.
FABIAN VALTOLINA (Venezia, 1998-2002)
- Il nome può ingannare. Brasile? Argentina? No, made in Italy al 100%. E che nostalgia. Perché Fabian, zitto zitto, rimarrà per sempre nel pantheon del #machenesanno. Merito del Venezia. Anzi, di QUEL Venezia. Quello dei miracoli di cui abbiamo scritto molto. Quattro anni in Laguna, 112 presenze e 12 gol. E oggi? Che fa? Allena la Padania e la Gerenzanese, squadra di Seconda Categoria. Anzi, di prima. Perché l’anno scorso ha vinto pure il campionato. Nuova vita.
HERNAN CRESPO (Parma, 1996-2000; 2010-2012)
- Dici Crespo e pensi al gol. Inevitabile. Magari a quello di tacco contro la Juventus, gesto tecnico d’autore. Indelebile. Dici Crespo, poi, e pensi pure al Parma. Forse anche all’Inter o alla Lazio. Ma anche al Parma. Forse soprattutto. 94 gol in 200 presenze. Nessuno ha segnato più di lui. Esploso al Tardini, ha chiuso nello stesso stadio in cui aveva iniziato a far parlare di sè. Ovviamente, coi gol. E 16 anni dopo. Ave, Hernan.
FILIPPO MANIERO (Venezia, 1998-2002)
- Altro esponente dell’armata Novellino. Bomber d’annata, lui sì che ne ha segnati vari. Serie A, poi Serie B. Infine la promozione. Forse il più nostalgico di tutti, 54 gol col “suo” Venezia che l’ha adottato come un figlio. Quattro anni d’amore e di fiducia. Ha giocato un po’ ovunque (Palermo, Torino, Brescia, Sampdoria, anche ai Rangers), ma mai ai livelli toccati in Laguna. Bomber Pippo.
FILIPPO INZAGHI (Parma, 1995-96)
- “Ridatemi i vent’anni e restituisco tutto: gol, trofei, soldi. Lo farei per avere altri quindici anni di carriera”. Parola di Inzaghi, che a Verona divenne Super e a Milano divenne Re (del gol). Oggi allena il Venezia e ritrova il Parma in Lega Pro. Al Tardini. Quella piazza dove tutto iniziò a scorrere. Al Parma il primo gol in A contro il suo Piacenza. Sempre a Parma la prima rete nelle Coppe Europee, contro il Teuta Durazzo. Era fatta al Napoli, ma…l’Europa disse no. Già, lei: perché in quella che doveva essere la gara d’addio, Pippo segna subito e il Parma vince 4-0 contro l’Halmstadt. Niente Napoli, Inzaghi resta. Ma 10 giorni dopo si rompe il metatarso giocando un’amichevole. Destino. Il Parma lo scarica, lui va all’Atalanta e diventa capocannoniere. Era il 1996. Si ritirerà 16 anni dopo, da vincitore e re del gol: 316 reti, un Mondiale, due Champions, tre Scudetti e la bresaola ad ogni pranzo.