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Parma, Lucarelli: “Adesso la A, per completare l’opera: ho quasi 40 anni, ma vorrei esserci…”

Parma, Lucarelli c’è. Il difensore toscano ha accompagnato tutta la risalita del club emiliano e adesso si candida anche per la prossima stagione: il sogno è riportare il Parma in serie A. Intanto la prima impresa, dalla serie D alla serie B in un solo biennio, è stata compiuta:

“Orgoglio per aver riconquistato una dignità, non solo sportiva, che la piazza intera pareva aver perso durante e dopo un fallimento” – si legge nelle pagine di TuttosportUn anno maledetto il 2015. Una stagione trascorsa all’insegna del peggioramento continuo, fino all’epilogo peggiore. Per me il precipizio è iniziato con la mancata concessione della licenza Uefa. In Europa andò il Torino al posto nostro. Ma gli allora vertici della società ci dissero che si era trattato solo di un disguido, di un cavillo burocratico. E noi ci credemmo perché contestualmente partì dal Parma una battaglia legale. In realtà occorrevano 300.000 euro per ottenere la licenza e quei soldi non li avevano. La società ci diceva che non c’erano problemi, che il club era solido e che non c’erano rischi particolari. Gli stipendi ci venivano pagati alla scadenza regolamentare un po’ come succede in tutti i club. Ma si percepiva un’aria strana. Intanto la classifica precipitava”.

Arrivò poi il turno di Taci e Manenti: “Giorni allucinanti Manenti si presentò dicendo di avere 100 milioni di euro da investire nella società. Neanche un mese dopo fu arrestato e poi sparì. Poco dopo arrivò il fallimento. E l’agonia sportiva finì con la retrocessione. Ma non in B, in D. Difficile adattarsi alla D, ogni campionato ha le sue specificità. Ma volevano tornare in alto, volevamo riscattarci. E’ il senso di appartenenza che ci ha permesso di risalire la corrente. Facile ora a dirsi ma il percorso è stato lungo e sofferto”. A novembre di quest’anno un’altra rivoluzione: “Via Apolloni e Minotti, Scala si dimette, una botta di sorpresa incredibile, uno shock. Fui dispiaciuto soprattutto sotto l’aspetto umano. Il nostro punto di riferimento resta il vice presidente Marco Ferrari che ci tranquillizzati. D’Aversa è uno tosto e arriva un filotto che ci rilancia in classifica. La vittoria nel derby con la Reggiana ci regala entusiasmo a ai playoff diamo il massimo e otteniamo il massimo”.

Adesso il sogno è la serie A: “Sì, per completare l’opera. Io ho quasi 40 anni ma vorrei esserci anche l’anno prossimo. Ho il contratto in scadenza e presto mi vedrò con la società per parlare. Adesso vado in vacanza, in Sardegna, con il cuore più leggero e mi godrò la famiglia. Il discorso? Spero di farne un altro il giugno prossimo. Quello di sabato fa parte del passato”.