Parma, Faggiano e la riduzione degli stipendi: “Orgoglioso di lavorare con persone coscienziose”
Dopo la Juventus, è stato il turno del Parma: i tesserati del club gialloblù si sono tagliati lo stipendio, per aiutare la società ad affrontare l'emergenza-Coronavirus. Poche ore dopo la comunicazione ufficiale da parte del club, il ds Daniele Faggiano ha parlato ai microfondi di SkySport, raccontando i vari step affrontati prima di giungere, insieme ai dipendenti, ad una simile soluzione. Di seguito, le sue parole.
"UOMINI PRIMA CHE CALCIATORI"
“Oggi qui a parlare non dovrei esserci io, ma dovrebbero parlare tutto il gruppo squadra, lo staff tecnico e tutta la società. Ci siamo mossi positivamente in una certa maniera, la squadra ha capito subito perché abbiamo a che fare con ragazzi intelligenti: la situazione non è dovuta ad un problema qualsiasi ma ad un problema che ci è caduto dal cielo. E’ passato qualche giorno perché si è dovuto parlare via Skype, via conference call e non è mai facile anche perché il calcio non è il tennis, si deve parlare con tante persone compresi i procuratori. Non è un passo dovuto ma da qui si capisce che oltre al calciatore c’è soprattutto l’uomo”.
"NON TOCCHEREMO IL SETTORE GIOVANILE"
“Il Parma è una società che, non dimentichiamo, viene da un fallimento. Abbiamo cercato, con questa scelta, di non togliere a nessun dipendente lo stipendio. Neanche il settore giovanile verrà toccato, così come verranno salvaguardati coloro che percepiscono questo mese una remunerazione inferiore a determinate cifre. E’ una scelta per salvaguardare tutti"
"La Banca Ore? Tutti i dipendenti stanno mettendo a disposizione delle ore per gli altri dipendenti, per evitare ulteriori perdite. Anche a me sarebbe piaciuto donare le mie ore per gli altri ma non mi è possibile. Gli altri le stanno donando e questo fa capire ancora il nostro gruppo: sono orgoglioso di avere negli uffici gente così coscienziosa”.
"BASTA TRIBUNALI E RICORSI: E' UN PRESUPPOSTO FONDAMENTALE"
“La ripresa scaglionata? Partiamo dal presupposto che si dovrebbe capire la volontà di tutti per il bene di tutti. Oggi ho sentito che qualcuno ha dichiarato di smettere di andare nei tribunali o di fare ricorsi e sono d’accordo, si dovrebbe partire da questi presupposti. Il presupposto principale è che non tutte le squadre di Serie A possono avere un centro sportivo"
"Noi siamo fortunati ad averlo ma non nascondo che fino ad un’ora fa, parlando con il team manager e con i nostri medici, stiamo valutando tante soluzioni perché se tutti devono stare in camere singole faremmo fatica pure noi. Per cui ci stiamo adoperando, se dovesse essere così, nel trovare un albergo vicino Collecchio che possa darci 1-2 piani. Non è semplice. I protocolli ci sono, ci saranno, e faremo di tutto per cercare di continuare questo campionato se ci sono le prerogative soprattutto della salute”.
“Il giorno di Torino-Parma, alle 12 quando eravamo pronti per andare al campo per la partita, qualcuno aveva paventato l’ipotesi di farci giocare il lunedì a porte chiuse. Avevo detto quel giorno a diverse persone che bisognava pensare alla salute di medici, fisioterapisti, magazzinieri, direttore sportivo, allenatore, arbitri. Dopo tanto ci siamo arrivati, forse ci si poteva pensare prima. Per non parlare di Parma-Spal…"
"Ma questo fa parte del passato, adesso bisogna pensare al presente e al futuro: cioè il bene della Nazione, del calcio così come degli altri sport. Chi ha già deciso di smettere con i campionati è giusto così, il calcio vedrà il da farsi fino a quando non si arriverà ad una decisione definitiva che accontenti tutti e che non porti le squadre, le società o le federazioni nei Tribunali. La batosta che stiamo prendendo con questa pandemia è già grossa”.