Paolo Cannavaro a Sky Football Night: “Mi voleva lo Jiangsu, ma non se ne fece nulla. Chiudere la carriera a Napoli sarà difficile”
Settimo posto in campionato e nove punti in più della scorsa stagione: è il Sassuolo di Eusebio Di Francesco. Tra i protagonisti di questa nuova annata spicca il difensore neroverde Paolo Cannavaro che, in collegamento dalla sua casa di Modena, è intervenuto in diretta su Sky Football Night.
Il pensiero vola all’ultimo match in campionato…“Il gol di Berardi contro l’Empoli? Tutto provato in allenamento, abbiamo le prove – ha ironizzato – Avrei dovuto abbassare la sfera ma grazie alla bravura di Berardi è andato tutto bene. L’Empoli difendeva a zona e ci siamo giocate le nostre carte. Lui è una vera e propria sorpresa. La sua storia ha dell’incredibile perché venne scoperto su un campo di calcetto. Fu preso subito a un provino ed è una storia fuori tra le righe che fa bene al calcio. La cosa più bella che ha fatto è che ha promesso a noi compagni che dopo l’errore che è capitato a Genova non farà più sciocchezze perché sa che fa del male a lui e alla sua squadra. È stato più maturo nel rendersi conto che certe cose non si fanno più. Io credo a una crescita di Berardi da quel punto di vista mentre calcisticamente fa dei tempi di inserimento e del suo sinistro le sue armi migliori”.
Dal Sassuolo al suo Napoli… “Un giorno all’improvviso? Sono scene che mi toccano e mi emozionano ogni volta. La fortuna, almeno, è che per sette anni ho vissuto tanti di questi momenti. Quando li guardo ritorno in dietro con la mente e faccio un tuffo nel passato. Al di là di quello sono sempre rimasto super tifoso del Napoli. Quindi anche in questi casi vivo la doppia emozione”.
E il rapporto con il fratello Fabio? “Lui è quasi impazzito. Muove di tutto a tavola per provare le tattiche con i bicchieri. Non ero abituato a vedere Fabio così però ha intrapreso questa nuova strada ed ora è così. Un suo futuro al Napoli come allenatore? Per noi napoletani quando uno dice Napoli è tutto: da giocatore, da allenatore, da dirigente. Quindi è sempre la massima aspirazione. Io so che in cuor suo ci sarà anche quello sicuramente, ossia di allenare un domani anche il Napoli”.
“Napoli? Sento quasi tutti i miei ex compagni e questo credo che sia un motivo di orgoglio per il sottoscritto perché significa che il calciatore va ma l’uomo è rimasto ed è ancora lì nei loro cuori. Quando i giocatori arrivano a Napoli sono tutti spaventati ma diventano subito innamorati e mi danno ragione perché dico la verità e vengo apprezzato ancora di più. La cosa che mi rende più felice è avere ancora rapporti con tanti di loro. Finire carriera lì sarà difficile perché in passato è stata fatta una scelta, due anni fa. Non so se le minestre riscaldate ancora funzionano: qualche volta si e qualche volta no. Però dire a un napoletano se vuole tornare a casa, la risposta è scontata. Al di là di come sto a Sassuolo che è un ambiente sereno e dove non si accontentano. Questa è stata la cosa che mi ha sorpreso di più. Sono in una realtà piacevole. Mercato? La squadra cinese del Guangzhou in passato ha chiesto informazioni su di me, ma non se ne fece niente”.
Infine, un pensiero sull’impatto più che positivo di Sarri al Napoli… “Il segreto è stato isolarsi. Non credo che Sarri viva momenti di grande tensione perché non gli è stato chiesto a inizio anno di vincere lo scudetto. Gli è stato chiesto solo di dare vitalità a una squadra che comunque era forte, che grazie a lui è diventata fortissima e che quest’anno è in lotta per il titolo”.