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Dal sogno Atalanta al campionato cipriota: la storia di Louka, l’altro lato della medaglia di giocare in Primavera

Dall’amicizia con Kulusevski nella Primavera dell’Atalanta fino al ritorno a Cipro: la nostra intervista a Panagiotis Louka

Un cipriota, uno svedese e un ceco arrivano a Bergamo. Sembra l’incipit di una strana barzelletta ma in realtà è l’inizio della storia di Panagiotis Louka, attaccante classe 2000 ora in forza al Krasava Ypsona FC, nella seconda divisione cipriota. Nel 2016 Panagiotis ha avuto la fortuna di essere notato dall’Atalanta, una delle squadre con il miglior settore giovanile in Italia: “Io avevo 15 anni e giocavo nella nazionale di Cipro con gli under17. Ho segnato una tripletta da subentrato e dopo qualche mese ho firmato il contratto con l’Atalanta”. Non appena arrivato in Italia il classe 2000 ha fatto subito amicizia con un giovane difensore proveniente dalla Repubblica Ceca, David Heidenreich, e con un attaccante svedese, Dejan Kulusevski.

 

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Kulusevski raccontato da chi lo conosce da vicino

Trasferirsi e cambiare completamente vita non è stato facile, ma per Louka quello è stato uno dei momenti più belli della sua vita. Quella squadra era fortissima. Ho giocato con Bastoni, ma anche con Barrow, Colley, Carnesecchi, Colpani, Zortea e Kulusevski. Io e Dejan eravamo sempre insieme, come se fossimo la stessa persona. La gente ci guardava e pensava che lui fosse la mia fidanzata (ride ndr.). Si è creata una bellissima amicizia e siamo rimasti in contatto, tanto che lo sono anche andato a trovare a Torino e a Londra. Lui faceva la differenza anche da ragazzo, era incredibile. Ma devo ammettere che non pensavo che avrebbe fatto così bene. Ha sempre saputo cosa voleva e ha lavorato per arrivarci. La fama non gli ha dato alla testa: è rimasto umile come quando siamo arrivati insieme a Bergamo”.

 

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Ora Kulusevski gioca con il Tottenham, avversario del Milan in Champions League:E’ stata una partita difficile quella contro i rossoneri ma al ritorno possono ribaltarla. E’ solo 1-0 e alla prossima giocano in casa. Magari segnerà proprio Dejan oppure farà un assist. Gli piace giocare di uno-due nello stretto e ora si trova alla perferzione con Kane. Harry è sempre stato il mio idolo ma da ragazzino Kulusevski non lo apprezzava. Ora che ci si allena con lui al Tottenham, però, ha cambiato idea e pensa sia fortissimo. Loro due con Son formano un tridente da sogno“.

 

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Ma se ora lo svedese fa innamorare i tifosi del Tottenham, nel suo periodo alla Juventus qualcosa non è andato come previsto: Mi ha raccontato che non si è trovato bene. Si allenava al meglio ma non gli piaceva giocare poco, voleva più continuità. Quando è andato al Tottenham ha capito che lì era tutto un altro livello. Se un calciatore sta bene con se stesso poi riesce a dare il massimo anche in campo. Spero che possa restare lì a lungo”.

I segreti dell’Atalanta

Ma Kulusevski è soltanto uno dei tanti talenti venuti fuori da quell’annata in casa Atalanta. Carnesecchi ora è un titolarissimo della Cremonese, mentre Zortea e Colpani giocano al Sassuolo e al Monza. Panagiotis era però rimasto colpito da Amad Diallo: “E’ un talento incredibile. Secondo me se non fosse andato in Inghilterra avrebbe fatto addirittura meglio di Kulusevski. Quando Dejan è andato in Premier League avevo paura non facesse così bene perché lì è tutto un altro gioco. Se Diallo fosse andato in Spagna sarebbe stato titolare, mentre il campionato inglese non è adatto al suo modo di giocare. In Premier i difensori ti mangiano vivo”.

 

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Ma qual è il segreto del club di Bergamo? Lavorano bene, molto bene. Ci puntano tanto – racconta Panagiotis -. Prendono i migliori da tutto il mondo, solo giovani che giocano già in nazionale. La squadra era composta da circa 25 giocatori e almeno 15 erano già titolari in nazionale”.

L’altro grande segreto dell’Atalanta è Gian Piero Gasperini: “Io non ci ho mai parlato ma guardava tutte le nostre partite. Lui lavora alla grande. Non importa l’età: se fai la differenza in campo meriti di avere spazio“. 

L’altro lato della medaglia

Ma come in ogni storia che si rispetti, non tutto va per il verso giusto. Dei tre ragazzi arrivati praticamente insieme a Bergamo, Kulusevski ora si trova al Tottenham, mentre Louka gioca nella seconda divisione cipriota e Heidenreich nel campionato ceco. Quando giochi in una squadra così forte pensi di essere a un passo dalla Serie A come loro, ma non tutti ci riescono“, racconta Panagiotis. “Il problema è che una volta finita la Primavera solo 3 o 4 possono restare a fare i fuoriquota. Tutti gli altri devono andare in prima squadra o in prestito. E’ difficile. Io ero in ballottaggio con Piccoli e ho capito che non avrei trovato spazio e quindi ho deciso di andarmene“.

  

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Primavera del Palermo, SKF Serev in Slovacchia, poi lo stop causa Covid, un anno al Tsarsko Selo in Bulgaria, l’Ambrosiana in Serie D italiana, l’AEL Limassol e infine il prestito al Krasava Ypsona FC, nella seconda divisione cipriota. A soli 22 anni Panagiotis ha già girato mezzo mondo, giocato ovunque senza mai arrendersi. Accettare di fare un passo indietro per poterne fare due avanti: “Nel calcio non sai mai cosa succederà: un momento sei in alto e quello dopo sei in basso – racconta. Fa parte del percorso. Devi tornare indietro, rimboccarti le maniche e puntare a tornare in alto. Nella vita di un calciatore servono degli obiettivi. Per ora sono qui e sono concentrato su questa avventura. Non sono tornato a casa per restare e in futuro mi piacerebbe tornare in Italia o andare in Germania“.