Palermo in viaggio per Foggia, Tedino avverte: “Sarà difficile, fiducia in Posavec e Gnahoré”
Il bicchiere posato sul banchetto davanti a Bruno Tedino è mezzo pieno. Sì, il pareggio con l’Empoli brucia ancora, ma per la trasferta di Foggia l’allenatore del Palermo è fiducioso: “Squadre che fanno venti minuti così già se ne trovano poche, cento è impossibile. Bisogna lavorare insieme il più possibile, con più ardore. Il primo passo è stato fatto, siamo stati propositivi in una certa maniera. Adesso dobbiamo consolidarci, lavorando nel dettaglio con più continuità. Abbiamo i mezzi per migliorare nonostante gli intralci degli ultimi giorni, non è assolutissamente un alibi però. Dobbiamo essere bravi a recuperare tutti al meglio, c’è qualcuno non al 100% della condizione psicofisica”. Allo “Zaccheria” i rosa incontreranno una squadra in crisi di risultato, ma non di gioco: “La Serie B è un campionato, la Serie A è un altro e la Lega Pro un altro ancora. Il Foggia ha fatto dei campionati incredibili, costruito a propria immagine da De Zerbi. Da dietro ha il 96.3% di gioco, non la buttano mai via, e il loro calcio è irritante per via del loro possesso. In Serie C è stata una squadra impossibile da battere e sapete meglio di me come l’organizzazione e la continuità diano risultati alle neopromosse, lo dimostrano Spal e Benevento. Loro fanno un calcio molto pulito e interessante, hanno voglia di rivalsa e un grande pubblico. Per questo sarà molto difficile, avrei preferito incontrare un Foggia reduce da due vittorie e non da una sconfitta così pesante. Avremo davanti un avversario forte in un ambiente di un certo tipo”.
Il Palermo, dal canto suo, deve fare i conti con qualche grana. La prima porta il nome e i guanti di Josip Posavec, additato da più parti come il colpevole della rimonta empolese: “Direi che non gli si perdoni niente. Una volta, venti-trent’anni fa, si diceva che la colpa era sempre di Andreotti. Se mi accorgessi che un giocatore non porta benefici alla squadra, non è che sia influenzato e mi piaccia perdere le partite. Mi ritengo un uomo con cui si può parlare in maniera esplicita, nessuno mi ha mai influenzato sulle scelte tecniche. La settimana di Posavec è stata tranquilla e serena, lo riteniamo un portiere forte e non ha avuto mezza responsabilità. Non ci siamo permessi di fare mezzo appunto perché non c’è da farne. Non capisco questo accanimento. Poi se uno dice che l’anno scorso ha fatto 4, 5 o 10 errori, non si costruisce. Si fa solo un discorso distruttivo. Si vince e si perde da squadra, non per un portiere o per un attaccante. E nel nostro gruppo Posavec è considerato come Pomini e Maniero, tre portieri di assoluto valore”. Dall’altro c’è Gnahoré, protagonista in negativo in occasione del rigore del 3-3: “Eddy ha fatto una buona settimana come quasi tutti, è un giocatore molto importante e di qualità fisiche, oltre che di inserimento. Chiaramente ama fare la mezzala, ma nel calcio di oggi non ci sono più ruoli fissi. Bisogna essere duttili, al momento delle difficoltà servono le contromisure e per me lui può diventare un giocatore universale. Può migliorare sul piano dell’ordine, ma in questo momento ha una grande condizione psicofisica”.