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Palermo, Faggiano: “Basta chiacchiere. De Zerbi? Crediamo nel suo lavoro”

Quattro sconfitte di fila, ma nessun cambio in panchina. Roberto De Zerbi ha ancora la fiducia del Palermo e sarà lui a guidare i rosa anche nella prossima sfida di campionato. Un match delicato, contro il Milan in quel “Barbera” dove finora non sono stati raccolti punti, ma Daniele Faggiano vuole ottimismo attorno alla sua squadra: “Devo fare capire che non siamo abbattuti, ma siamo sempre positivi. Anche dopo quattro sconfitte consecutive. Sapevamo di dover soffrire, anche se non volevamo. Il momento non è facile, ma tutto il Palermo è positivo. Cerchiamo di cambiare rotta restando uniti più di prima. Con quello possiamo ottenere i risultati che ci servono, col lavoro dell’allenatore e della squadra, ma anche con attenzione. Ieri siamo stati puniti da piccole disattenzioni e sul 2-0 in trasferta è difficile recuperare. Seguiamo tutti Roberto De Zerbi, è normale che il tifoso guardi il risultato, ma possiamo giocarcela. Con le grandi e con le piccole. Serve un’iniezione di fiducia”.

Riparte sotto il segno della fiducia questo Palermo, penultimo in classifica e falcidiato dagli infortuni, ma soprattutto con un allenatore messo in discussione anche dallo stesso Zamparini, che però ha deciso di non esonerarlo: “Anche a me arrivano messaggi – ammette Faggiano – ma sicuramente non siamo noi a chiamare gli allenatori perché siamo convinti del lavoro di De Zerbi. I risultati non ci stanno aiutando. Ho detto che fino al 31 dicembre non parlo di mercato e questo vale anche per gli allenatori. Ho un gruppo da difendere e queste sono solo chiacchiere che non fanno bene. Se dovessi fare qualcosa, la farei in silenzio con i santi crismi. È normale, non posso negare che a gennaio dobbiamo rinforzarci. Magari se vinciamo le prossime dieci partite parliamo di altro…”. Per riprendersi da questo momento negativo, prima di un cambio in panchina, serve una svolta nella mentalità: “Abbiamo reagito con diverse situazioni e abbiamo fatto gol, altre volte invece siamo stati spenti, come col Torino e l’udinese. Ci devono essere diversi leader per dare sicurezza alla squadra e sono sempre positivi. Nestorovski, al suo primo anno, fa la guerra contro tutti. Questo è motivo di vanto per tutto, ha imparato subito l’italiano e ieri dopo il 2-0 voleva andare in porta dal calcio d’inizio. Ne ho sentite di tutti i colori su questo ragazzo, invece è uno che ci crede”.

Ciò non toglie che in caso di k.o. col Milan, la posizione di De Zerbi tornerebbe ad essere in bilico. Faggiano, però, rassicura l’allenatore: “Se si fa male la colpa è di tutti. Troppo facile poi mandare via l’allenatore o il direttore dicendo che a Palermo l’ambiente è così. Questa squadra è fatta da uomini e anche chi non ha giocato ha fatto capire di stare con noi. Sono contento se andrà bene contro il Milan, poi abbiamo anche questa maledizione in casa e mi pesa tanto. Escludo l’esonero in caso dovesse andare male perché stiamo lavorando, non si parla di altro. Non posso fasciarmi la testa prima di rompermela. Simpaticamente qualche altro allenatore ci ha mandato messaggi. Se mi chiedete, io non ho chiamato nessuno. Non prendiamocela col presidente se chiediamo di cambiare allenatore e se lui ne cambia dieci all’anno, eh”.

Allora sotto con De Zerbi, nell’attesa che rientrino i titolari fuori per infortunio: “Gli infortunati potrebbero essere un alibi – taglia corto Faggiano – ce li abbiamo noi come le altre squadre. Ovviamente mancano dei titolari e soprattutto mancano più giocatori nello stesso reparto. Anche chi gioca deve stare attento, perché può conquistarsi un posto da titolare”. Chissà dunque che il Palermo non riesca a trovare qualche elemento a sorpresa, in questa lotta a quattro per la salvezza: “Io non faccio calcoli – conclude il d.s. rosanero -. Voglio pensare a vincere senza fare una classifica a parte. Guardo a me stesso e cerco di fare quanti più punti. Certo, se guardo alle ultime quattro partite non ci dormo la notte, ma dobbiamo pensare a noi stessi e fare risultati positivi. Sapevo che non sarebbe stato semplice, ma non lo è per nessuna squadra. Guardate l’Inter che ha cambiato due allenatori”.