Palermo, ecco Falletti: “Io simile a Coronado. A Bologna non avevo fiducia”
Nato sulle sponde del Rio Quaraì, diviso tra Uruguay e Brasile, ma con un idolo argentino. La storia di Cesar Falletti è così riassunta, un mix sudamericano di estro e talento approdato a Palermo con l’obiettivo di non far rimpiangere Igor Coronado, volato a Dubai. “Siamo due giocatori simili – racconta Falletti nella conferenza stampa di presentazione – ma allo stesso tempo anche diversi. Io cerco sempre di giocare in velocità e di calciare in porta, giocando più da attaccante. Ho giocato un po’ in tutti i ruoli, mi sento però a mio agio sulla trequarti”.
Dopo un anno a Bologna avaro di emozioni complice un infortunio (“non sono mai riuscito a stare bene, non avevo fiducia”), Falletti riparte dalla Serie B con l’obiettivo di conquistarla sul campo quella Serie A che per lui si è rivelata finora senza gioie: “Il mio obiettivo è giocare tutte le partite. So che il Palermo vuole salire in Serie A e questo sarà l’obiettivo più importante. Penso che faremo bene perché c’è un buon ambiente. Oggi mi sono allenato e mi sono messo a disposizione del mister, spero di giocare”.
Falletti ha scelto Palermo con il supporto della moglie Kathe – nonostante avesse anche altre offerte – e parlando con un suo ex compagno di squadra che conosce molto bene i rosanero, Giancarlo Gonzalez: “Mi ha detto che è una città che tiene molto al calcio e alla squadra, sperando che possa tornare in Serie A – racconta l’uruguaiano – Mi ha parlato del calore dei tifosi, il loro sostegno è importante. Questo mi da fiducia e voglia di fare bene”. Proprio verso Bologna Falletti ha lanciato un messaggio ad un ex compagno e amico, Felipe Avenatti: “Con lui ci capiamo subito, sarebbe bello poter tornare a giocare insieme”.
Il tutto con un idolo nel cuore, Juan Roman Riquelme. Chissà se Falletti prenderà quella maglia numero dieci (“non ho ancora deciso, penso sia secondario” ha ammesso) che a Palermo per ora è senza padrone dopo l’addio di Coronado. In fondo il folletto uruguaiano è arrivato come suo erede.
A cura di Giovanni Mazzola