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Palermo, Baccaglini si presenta: “Non mi aspetto di avere subito l’amore e la fiducia dei tifosi: andranno guadagnati”

Giornata importantissima a Palermo, con la presentazione del nuovo presidente Paul Baccaglini. Presente durante la conferenza stampa tenuta questa mattina anche Maurizio Zamparini, pronto al passaggio di consegne. Comincia proprio l’imprenditore friulano: “Per me è un giorno molto più allegro di quindici anni fa” – attacca Zamparini – “Oggi mi dicevo ‘mi dispiace, non è più casa tua, ma sono molto contento perché devo dire grazie al Palermo e anche a Paul, perché sono felice di lasciare il Palermo in buone mani. Ho conosciuto Paul qualche mese fa, quando Tacopina mi ha avvicinato a Cascio, che si è presentato a Venezia accompagnato proprio da Paul, suo consulente finanziario. Con Cascio non siamo giunti alla conclusione, ma a Paul ho presentato i miei asset in tutto il paese. Con mia grande soddisfazione si è messo a disposizione per trovare una soluzione”.

“Lui si sposta sovente all’estero tra Usa e Inghilterra, ma siamo giunti alla conclusione di avere un interesse per gli investimenti col suo fondo” – riprende Zamparini – “Inizialmente dovevano essere per lo stadio e il centro sportivo, ma successivamente anche per il Palermo Calcio. Ora sono felice di mettere a disposizione di Paul la mia esperienza di trent’anni di calcio, ma solo la mia consulenza, senza avere alcun ruolo in società. Mi dispiace che in questi giorni sia stata messa in discussione tutta l’operazione annunciata: vuol dire che in questi anni le persone non mi hanno conosciuto. Ho sempre mantenuto le promesse, chiaramente i risultati sportivi non si possono promettere. Sono sempre stato onesto, ultimamente è stata messa in dubbio la forza finanziaria della società per dei problemi con i procuratori che sono stati risolti al 99%. Quando sono arrivato in questa società non si pagavano neanche le penne e la carta igienica, ora è un esempio e spero ne siano orgogliosi i palermitani. Mi hanno aiutato anche nello stadio, che fino a due anni fa era un esempio di correttezza”.

Interviene dunque Baccaglini: “Mi ha fatto sorridere in questi mesi leggere determinati commenti su un’operazione chiusa in un paio di settimane. In realtà è da mesi che in silenzio cerchiamo di mettere in piedi una trattativa che si articola su moltissimi aspetti: calcistici, infrastrutturali e lavorativi. Il percorso che mi ha portato qui è quello delineato dal presidente Zamparini. Partecipavo ad una cordata americana di cui Cascio era l’immagine, il caposquadra, affiancato da un altro gruppo finanziario. Il mio era più un financialadvisor. In occasione di questo ho potuto vedere che dietro al Palermo Calcio batte un cuore, quello che nel corso degli anni si è articolato col gruppo Zamparini. Si sbaglia se si pensa che siano solo centri commerciali o simili: c’è una visione davvero bella, questo mi ha colpito e quando l’operazione Cascio non ha funzionato, questi progetti mi hanno affascinato e mi hanno portato ad un dialogo aperto col presidente Zamparini per cercare di trovare un’operazione che potesse diventare realtà. C’è stato un duro lavoro, che oggi sembra nulla, una cospirazione”

Il programma del nuovo presidente: “Abbiamo messo in piedi un progetto che passa per tappe e durante questo tempo avrete modo di vedere che si è fidato della persona giusta. Io non mi aspetto di arrivare qui e avere subito fiducia e amore dai tifosi, questi sono sentimenti che – se autentici – vengono guadagnati con i risultati e la coerenza di un progetto. Io sono qui per metterci l’energia per guadagnare amore e rispetto di una città meravigliosa. L’operazione che stiamo facendo va oltre il concetto stesso di fondo. La concretezza finanziaria del fondo potrà essere valutata non tanto dai numeri online, ma dai progetti che verranno creati col Palermo e col Gruppo Zamparini. Giovedì sarò già in riunione col sindaco per iniziare a parlare dello stadio e del centro sportivo: se abbiamo i permessi noi siamo già pronti per cominciare e chiedo che il nostro operato non venga valutato dalle cospirazioni online, ma dalla concretezza che cercheremo di dare. Categoria? Spero che sia la Serie A, la salvezza è alla portata, ma abbiamo un piano A e un piano B”.

Le cifre dell’investimento: “Il Palermo è inserito all’interno di una progettualità più grande: parlare di cifre non fa parte dello scopo di questa riunione. Stadio e centro sportivo sono la chiave di questo progetto, se pensate anche alla visibilità che un’infrastruttura del genere può dare anche per i grandi eventi. Per quanto riguarda la squadra, dovrei mettermi un turbante e dire “metto cento milioni per la campagna acquisti”? Non è quello che vogliamo fare, il mondo degli investimenti punta a massimizzare un’opportunità, portando una mentalità americana nella gestione di una squadra come un’azienda. Se si guardano i conti e i bilanci di una squadra come il Palermo, cosa che vi invito a fare, si possono analizzare e trovare molti dettagli che se ottimizzati possono rendere il Palermo una struttura economicamente valida, solida e autonoma. Ci saranno degli aggiustamenti da fare in campagna acquisti, ma ho la fortuna di avere un consulente che vive nel calcio da trent’anni (Zamparini, ndr) e l’intenzione di creare una squadra vincente”.

Nessun cambio in vista, al momento: “Bisogna guardarsi tra di noi: questi siamo e questi saremo. Non ci saranno cambi di allenatore, il calendario non è proibitivo e adesso bisogna stringersi intorno per creare una mentalità vincente, chissà che non contagi anche la Giunta comunale e le istituzioni per approvare il progetto dello stadio. Questo cambio al vertice, pur non seguendo delle prassi comuni, è legato al fatto che il presidente Zamparini e io abbiamo trovato un accordo su tutto. Quando si parla di closing, è chiaro che per mettere in piedi un’operazione del genere sarebbe molto sbagliato che possa avvenire con uno schiocco di dita. Serve una burocrazia, servono tempi tecnici. Il fatto che si sia tenuto un consiglio d’amministrazione e che sia avvenuta la mia nomina a presidente dimostra la grande fiducia di Zamparini. Quando il Palermo giocherà in casa, starò tutta la settimana a Palermo. Per le trasferte raggiungerò la squadra il sabato per poi seguire la partita. Voglio conoscere Palermo, voglio avere un rapporto costruttivo con le istituzioni e con i giornalisti”.

Stadio e centro sportivo: “Abbiamo avuto modo di valutare i progetti di stadio e centro sportivo all’interno degli asset del presidente. Sono due progetti bellissimi e già in settimana incontreremo le istituzioni per spiegare faccia a faccia quel che vogliamo fare. Li ho visti sulla carta e sono due progetti eccezionali. Spero che tra qualche anno ci ritroveremo a dire “oh, valeva davvero la pena farlo”. Guardate a Torino, con lo stadio della Juventus. Perché non farlo qui a Palermo, in una città con dei tifosi tra i più incredibili? Nello sport professionistico americano, quando la squadra va male c’è disinteresse. Qui a Palermo l’energia non si dissipa mai: negativa o positiva, non viene mai persa. Se la incanaliamo di nuovo per dare entusiasmo, questa è la città migliore. Durante la finestra di mercato invernale stavamo parlando e stavamo arrivando ad un accordo, ma non l’avevamo ancora trovato. E’ stato impossibile per noi investire in un progetto non ancora concreto. Il presidente Zamparini ha gestito insieme allo staff tecnico la campagna acquisti come meglio ha potuto”.

Riprende la parola Zamparini: “Se avessi avuto la forza economica di qualche anno fa non avrei ceduto il Palermo e non l’avrei messo in vendita da due anni. Nel mercato invernale non avevo i mezzi per fare una certa campagna acquisti, poi con questa posizione di classifica sarebbe stata dissennata perché non avremmo risolto alcunché. Abbiamo cercato due centrocampisti e non li abbiamo raggiunti, cercavamo difensori e non ce n’erano. Persino l‘Inter, per prendere un giocatore dall’Atalanta, ha fatto un prestito con obbligo di contratto. Probabilmente il mercato sarebbe stato diverso se avessi chiuso con Baccaglini a dicembre. Non potevo pagare dei brocchi come grandi giocatori. In più, naturalmente, so che Baccaglini è venuto qui per prendere subito visione di tutti i problemi. Dovranno programmare le due opzioni: Serie A e Serie B. Non mi sono tolto un peso, mi sono tolto un amore. Ma è come il divorzio, spero rimanga lo stesso. Quando mi sono separato dalla prima moglie sono stato male per tre anni. Con l’amico Paul però c’è un progetto che mi affascina, perché è un progetto per il mio paese. Quando si arriva alla mia età si capisce di aver dato poco al proprio paese.

Baccaglini torna sul suo passato: “Sono orgoglioso del mio passato, come dei miei tatuaggi. Nell’era dei social è impossibile cancellare il proprio passato. Avevo vent’anni all’epoca delle foto a petto nudo, penso che bisogna sfruttare al massimo le tappe della propria vita. Non mi vergognerò mai di ciò che ho fatto. L’unica differenza è che i miei vent’anni sono stati documentati, così come i vent’anni dei prossimi dirigenti del futuro. Ormai le foto del sabato sera dei ragazzini con lo champagne in discoteca, tra vent’anni, diventeranno un database. Non ho nessuna fatica a comprendere i tifosi perché viviamo in un mondo di etichette. Già solo per le mani tatuate, per una certa categoria, mi identificano come un drogato ex galeotto. Il bello dei giovani è voler rompere gli schemi. Da quasi dieci anni lavoro nella finanza e se cerchi il mio nome ci sono sempre state le mie foto. Certo, è strano che sia arrivato io e non un 65enne con un curriculum di un certo tipo. Ma chissà che tra qualche tempo non sia per tutti una figata”.

Rapporti con Frank Cascio: “Il fondo si chiama Integritas-Capital. Nel mio sito (integritas-capital.com) non troverete certo sollecitazioni a fare investimenti. Con Frank Cascio ci siamo sentiti in questi mesi, lui è molto impegnato nel mondo della musica a Los Angeles e aveva progettato di essere attivo in Italia al cento per cento, ma una volta tramontata questa opportunità è rimasto lì. Lui però ama il Palermo e qui, chi ama il Palermo, troverà le porte aperte. Il futuro è sempre un mistero. Sicuramente può portare tutta una serie di partnership e sponsor americani, si potranno anche organizzare eventi importanti a Palermo. Ieri mi ha mandato un messaggio bellissimo e avrà sempre la sua parte sul progetto. L’azionista sarò io. Siamo qui per raggiungere il massimo degli obiettivi e lo dobbiamo ai tifosi. Sono un ragazzo italo-americano partito dall’America e arrivato oggi qui: ci vuole pazienza e coerenza, se si applicano questi due parametri, con un po’ di fortuna, whynot?

Nessuna speculazione: “Il nostro è modus operandi per chi è interessato ad un progetto più grande di una speculazione a medio termine, rilevare una società in difficoltà e bonificarla per poi rivenderla fa a botte col concetto stesso di creare attorno al Palermo un progetto di città vincente. Ovviamente, se ci riusciamo e arriva qualcun altro con cifre impressionanti sul tavolo, lo valuteremo come squadra se ci sarà motivo di vendere. Se può portare alla crescita lo faremo, ma se arriva un’offerta allettante è solo perché il Palermo sarà diventato la realtà che abbiamo in mente noi”. Non mancheranno Le Iene: “Io lo sarò per sempre. Stanotte, all’1:41, mezzo dormiente, sento bussare alla mia porta. Mi chiamano, “presidente”, e questo bel ragazzo (Cristiano Pasca, ndr)… con me in pigiama, orribile, mi ha chiesto se fossi disposto a tatuarmi lo stemma del Palermo. E l’abbiamo fatto. Pensavo non fosse possibile e invece alle tre del mattino c’era un tatuatore segregato…”.