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Riecco Osimhen: maschera di Venezia, oro di Napoli

Al rientro dopo il delicato infortunio, l’attaccante di Spalletti è subito decisivo al Penzo: voglia, gol. E l’Inter nel mirino

76 giorni dopo. Salto in alto, libero, con quella fronte sfigurata appena più in giù nella notte di San Siro. Stavolta l’impatto è quello giusto: palla piena, sotto l’incrocio, Napoli in vantaggio nella complicata domenica del Penzo. E Victor Osimhen sotto la curva ospite, riaccolto dai suoi tifosi come uno scugnizzo dei vicarielli. Lui si tocca lo stemma, forte. Venezia è solo l’anteprima: alla prossima c’è la rivincita con l’Inter, a capoliste invertite. Il bomber nigeriano non aspetta altro.

 

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Un cerchio più piccolo, intanto l’ha già chiuso. La stagione storta di Osimhen era iniziata proprio contro gli arancioneroverdi, alla prima giornata di questa Serie A: venti minuti in cui il numero 9 domina, sembra spaccare il mondo, poi allarga il gomito su un avversario e finisce dritto negli spogliatoi. Oggi, in laguna, la voglia è rimasta la stessa.

Ma con tanta lucidità in più. Osimhen nel primo tempo scalda i motori, fa tremare il palo da posizione impossibile e si prende gli applausi dei tifosi azzurri ogni volta che tocca il pallone. Sembra così lontano, quel dannato infortunio. A ricordarlo gli è rimasta soltanto la protezione al viso – nuovissima, in carbonio e kevlar, più leggera proprio in vista del rientro in campo. Spalletti aspettava un attaccante da rimettere in sesto, ritrova un fuoriclasse pronto.

 

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E Napoli l’ennesimo idolo di domani. Capace di spegnere nel modo migliore gli ignobili cori di discriminazione territoriale partiti dalla curva arancioneroverde – due volte è dovuto intervenire lo speaker del Penzo, una è bastata a Osimhen per colpire. Prima e dopo, Caldara gli è sempre stato attaccato.

Marcatura asfissiante. Ma si sa: per recuperare da quelle fratture multiple al volto – sfumato anche il sogno Coppa d’Africa, nel frattempo – ci è voluta innanzitutto pazienza. Una virtù che Osimhen 2.0 ha fatto subito sua. Alla fine Spalletti lo richiama in panchina, meritata standing ovation. Ma a bordocampo non sono i soliti abbracci di rito: “è tornato Victor”, esulta lo staff, tutti gli azzurri se lo tengono stretto.

 

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Perché alla seconda stagione i numeri sono quelli dell’atteso goleador: 20 reti in 47 presenze – a quest’ora con la maglia del Napoli, Higuain era a quota 23. Il problema fin qui sono stati gli infortuni. Troppi. E soprattutto anomali, non legati a un’eventuale fragilità fisica del giocatore. Per questo, scongiuri a parte, Osimhen a 23 anni sente davvero il futuro dalla sua. Quasi lo suggerisce anche un incrocio di calendario, ironia della sorte: sabato prossimo, il giorno di Napoli-Inter, sarà anche il primo atto del Carnevale di Venezia. La maschera vincente però è già passata. All’ultima moda: 9 sulle spalle e incornata da campione. Più che uno scherzo, una certezza.