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Olympiastadion, a Berlino un nuovo prato in dieci mosse

Che campo di patate. Quante volte lo avrete pensato, guardando anche partite di grandi squadre europee. La zolla che ti tradisce, la buca che ti inganna. Roba da farsi male e da rovinare un bello spettacolo di calcio, molto spesso. Non ditelo poi agli allenatori, i principali fomentatori della protesta quando uno o l’altro prato proprio non vanno. Ebbene, alle prime avvisaglie il metodo c’è: sostituire l’intero manto erboso. Niente toppe, niente sistemucci dell’ultima ora: cambiare tutto. E “come si fa? Quanto ci vuole?” chiederete voi. A venirci in aiuto è un esempio di perfetta organizzazione, in uno stadio che conosciamo bene come l’Olympiastadion di Berlino, casa dell’Hertha. In 10 mosse, con l’aiuto del profilo Twitter @Oly_Berlin, ecco come ha cambiato faccia.

1) Saluti al vecchio prato. Ahinoi, è un passaggio forzato. Un video girato nel celebre stadio dei Mondiale del 2006 ci spiega come:

2) Il lavoro continua. Camion portano fuori dall’impianto terra ed erba, grazie all’aiuto di ruspe. Pian piano, le prime striscie di terreno scompaiono e lasciano spazio alla terra:


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8) Azione. Un macchinario specifico, con l’aiuto di un assistente, ‘sbobina’ l’imballaggio e lo stende sul rettangolo di gioco:

9) Fine primo tempo. Metà del nuovo manto è posata, manca solo un ultimo sforzo. Dopo tre giorni di lavoro, la fatica è quasi terminata:


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