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Olbia, che Ragatzu d’oro: prima tripletta in carriera

“Gli anni vissuti in A rappresentano il passato, bello ma ormai, appunto, ‘passato’ “. Potrebbe presto risalire le categorie Daniele Ragatzu, ieri prima tripletta in carriera nella gara tra il suo Olbia e il Cuneo. Dieci presenze stagionali nel girone A della serie C, otto gol e quattro assist il bottino dell’ex bomber della Primavera del Cagliari, più due reti in due partite in Coppa Italia. In totale fanno 10, come la maglia che da quest’anno Daniele porta sulle spalle, numero forse atipico per la posizione in campo, ma perfetto per il peso nella squadra e il rendimento sotto porta. Stagione da favola, iniziata ad Aritzo con lo sgambetto in amichevole all’amato Cagliari, steso da una rete di Ragatzu lo scorso 30 luglio.

Il gol alla sua ex il giusto trampolino per l’anno del definitivo riscatto: se i bianchi sognano la serie B gran parte dei meriti sono dell’attaccante di Quartu Sant’Elena. Ma chi è Daniele Ragatzu? A 17 anni la stella dell’Olbia aveva già segnato la prima rete in Serie A. Talento precoce, con la sua rapidità e la sua tecnica Daniele faceva ammattire i grandi difensori della serie A: da Nesta a Thiago Silva, da Samuel a Cannavaro, la lista è lunga. Quattro le reti in massima serie, poi tanta sfortuna. Il prestito al Gubbio, stagione di B 2011-2012, non è stato fortunato: appena un gol. Nel novembre del 2012 è arrivata la separazione dal club sardo e l’inizio di un giro per l’Italia che lo ha portato a Verona, sponda Hellas, Vercelli, Lanciano, Rimini: 4 reti in 3 campionati, tra un infortunio e l’altro.

Voglia di arrendersi? Non fa parte dei sardi. Ragatzu ha avuto la forza di ricominciare e l’umiltà di ripartire da due gradini più sotto. E pazienza se un tempo se lo contendevano le big, adesso Daniele gioca per l’Olbia e per il suo ambizioso progetto. Cresciuto nelle giovanili del Cagliari, Ragatzu si affacciò alla prima squadra ad appena 16 anni, coccolato dal suo idolo, Andrea Cossu: “Era un sogno, potevo studiare da vicini i miei idoli e Andrea mi ha sempre aiutato tanto, mi ha dato tanti consigli” – raccontò ai nostri microfoni – “Quando ero piccolo, ti parlo di 5-6 anni, il mio preferito era Ronaldo, il fenomeno. Poi crescendo, ma soprattutto avendo la possibilità di vederlo tutti i giorni, mi sono ispirato ad Andrea, quello che più di tutti mi impressionava per le sue giocate e la sua tecnica”.

I suoi segreti? Un legame fortissimo con la famiglia, Daniele ha un rapporto speciale con il papà Lello: “Nel braccio destro ho tatuate le iniziali di tutti i membri della mia famiglia. Nel collo c’è spazio solo per papà, la mia vita: se non fosse per lui non avrei mai realizzato il mio sogno. E nel braccio sinistro ho un rosario, l’ho fatto per mia sorella. Tre tatuaggi che hanno un significato forte per me”. I parenti stretti, gli amici veri, la Sardegna e una grande umiltà le armi della rinascita di Ragatzu, che adesso è autorizzato a sognare di tornare in alto, magari nella sua Cagliari. Ma prima c’è l’Olbia e un altro sogno da realizzare, trascinare i bianchi in serie B.